Corsi universitari contro lo spopolamento

Sabato 20 Luglio 2019
Corsi universitari contro lo spopolamento
IL CONGRESSO
BELLUNO Uscire dall'isolamento. È la parola d'ordine della Cisl Belluno-Treviso per il territorio dolomitico. Come? Con le infrastrutture, certo. Ma anche (o soprattutto) con la formazione. Da qui l'idea, concreta e dai contorni ben definiti, di portare l'università nel Bellunese. Corsi specifici tarati sulla montagna e sulle esigenze della provincia. In modo da creare poli di formazione in grado di stravolgere in positivo le dinamiche culturali e lavorative. In modo anche da trattenere i cervelli in fuga e attirarne altri, da fuori provincia. Al momento è solo una proposta. Ma la Cisl Belluno-Treviso ci crede. A tal punto che la segretaria generale Cinzia Bonan, durante il consiglio generale riunito ieri a Castion (a due anni dall'ultimo congresso), non ha esitato a parlarne come uno degli strumenti fondamentali di lotta allo spopolamento.
UNIVERSITÀ
«Vogliamo portare energie nuove per il tessuto sociale di questa provincia - ha detto a margine dell'intervento istituzionale in assemblea -. Abbiamo visto cosa ha portato l'università a Treviso: intelligenze e risvolti positivi anche in ambito economico. Proprio per questo stiamo spingendo perché Ca' Foscari e l'Università di Padova aprano corsi a Belluno. Ne abbiamo parlato con i due rettori, durante una tavola rotonda in Camera di Commercio (in occasione del venticinquesimo anniversario dell'apertura di corsi universitari a Treviso, ndr). E ci pare che l'idea non dispiaccia neanche a loro». La proposta della Cisl sarebbe quella di alcuni corsi declinati a misura di territorio. In montagna, per la montagna. «Penso ad esempio all'agenda 2030, dove si ragiona di economia circolare - ha continuato Bonan -. In una provincia attenta ai temi ambientali come Belluno, sarebbe molto facile aprire un corso universitario dedicato. Ma penso anche al turismo e a tutti i suoi risvolti».
OLIMPIADI
Nel capitolo turismo ci sta anche l'avvicinamento alle Olimpiadi 2026. «Che sono il grandissimo evento per questa provincia - aggiunge Rudy Roffarè, segretario generale aggiunto -. Ma sono solo la ciliegina sulla torta. In provincia di Belluno ci sono tantissime altre manifestazioni; ricordo solo i campionati italiani di mtb che cominciano domani (oggi per chi legge, ndr) in Alpago. Significa che c'è un dinamismo particolare, con enormi potenzialità. Sta a noi coglierle. Credo che il territorio abbia solo bisogno di una narrativa diversa». Anche sulle crisi aziendali, Roffarè sottolinea come siano archiviate in una stagione del passato. E come le aziende defunte durante gli anni bui fossero in realtà decotte.
VIABILITÀ
Se il dinamismo c'è, spesso a mancare sono le infrastrutture. «Crediamo servano strade per questa provincia - ha continuato Cinzia Bonan -. A Belluno non serve soltanto regolare i flussi verso Cortina: servono piuttosto collegamenti per il resto del territorio. L'autostrada può anche non avere uno sbocco a Nord, in Austria, ma di certo non può non arrivare fino in Comelico, a servizio di una delle zone oggi più periferiche del Bellunese». Proprio il tema delle periferie è stato inserito nell'agenda della Cisl nazionale, ripresa anche dal consiglio direttivo di ieri a Castion. Inevitabile quindi che Belluno possa recitare un ruolo fondamentale, in quanto periferia. «Dobbiamo far uscire i territori dalla marginalità - ha detto Giorgio Graziani, segretario organizzativo Cisl nazionale -. Una provincia bella e fragile come quella di Belluno va assistita per evitare il tracollo demografico tipico della montagna».
Damiano Tormen
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