Cordele, causa persa: il Comune sborsa mezzo milione

Mercoledì 22 Novembre 2017
LA NOTIZIA
BELLUNO «Abbiamo perso, ma l'abbiamo fatto bene». Una sentenza è caduta tra capo e collo del Comune: la causa intentata nel 1999 da Belluno Ambiente si è conclusa e Palazzo Rosso è uscito sconfitto. Tuttavia, come ha sottolineato ieri, durante il Consiglio comunale, l'assessore al bilancio Lucia Olivotto, poteva andare peggio. «La richiesta iniziale era di oltre un milione di euro, la sentenza ci condanna a pagarne 465 mila». Diciotto anni di battaglia legale, conclusasi il 19 ottobre quando la sentenza è stata notificata al Comune. Ora ci sono 120 giorni di tempo per saldare. Belluno Ambiente, associazione temporanea di imprese, entra nella storia di Palazzo Rosso nel 1994 con la vittoria della gara per completare e gestire la discarica di Cordele. Tutto fila liscio fino al 1999 quando la srl cita in giudizio il Comune per maggiori oneri sostenuti per lo smaltimento del percolato, per la gestione dell'impianto e la costruzione della discarica stessa. La cifra richiesta per appianare il debito è di 1 milione 108mila euro. Da qui è partita una causa durata 18 anni, con la parte accusata difesa dall'avvocato Matteo Fiori e diverse consulenze tecniche per capire i reali costi sostenuti. Alla fine Palazzo Rosso è stato condannato a pagare e, stando ai consigli del suo legale, lo farà senza ricorrere in appello. Il consigliere Franco Roccon ha invitato a indagare le singole responsabilità. Con nove voti contrari, due astenuti e ventuno favorevoli la presa d'atto del debito fuori bilancio è stata approvata.
UNIONE MONTANA
La sconfitta in Tribunale non ha tuttavia infuocato gli animi dei consiglieri di opposizione quanto la questione dell'Unione Montana e della modifica allo statuto per permettere l'ingresso di assessori esterni ai consigli comunali. E come anticipato ieri, al momento di discutere il punto 8 si è sollevato il can can in sala. Si trattava di votare i rappresentanti della minoranza e dell'opposizione in Unione Montana, ma l'opposizione ha tentato di bloccare il tutto per un precedente poco chiaro. «Il 19 ottobre si è proceduto con alcuni consiglieri membri dell'Unione Montana, ma già scaduti, ad apportare una modifica di natura sostanziale e incisiva nello statuto, ci chiediamo perché le parole di Raffaele Addamiano -. È stato un atto frutto di arroganza politica». Per protesta il gruppo non ha designato il proprio rappresentante perciò l'unico nome andato ai voti è stato quello di Albano Reolon (maggioranza). La questione verrà chiarita nelle prossime settimane anche se, ha specificato il sindaco Jacopo Massaro, «lo statuto non è ancora entrato in vigore e i consiglieri che l'hanno modificato non erano in prorogatio».
Alessia Trentin
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci