Contrasto al decreto Pillon, in commissione il primo sì

Giovedì 20 Giugno 2019
LA PROTESTA
BELLUNO Palazzo Rosso contro il ddl Pillon. La terza commissione consiliare approva all'unanimità, con due consiglieri astenuti, l'ordine del giorno dell'assemblea Non una di meno. Belluno, prima in provincia, si dichiara formalmente dalla parte delle donne e dei minori. In particolare, si impegna nel contrasto a disegni di legge che limitino le libertà delle madri e richiede il ritiro del disegno di legge del senatore leghista Pillon. Soddisfatta la rappresentanza delle attiviste intervenuta ieri in municipio durante la riunione. «Speriamo che il documento scritto raccogliendo buone pratiche già messe in atto in altri comuni e sistematizzando ciò che ci pareva più urgente possa venire sottoscritto dal nostro Comune le loro parole -. E' stato un lavoro creato da una rete nella quale abbiamo molte esperienze e saperi diversi, tutto questo ha dato struttura e senso alle molte idee che volevamo esprimere. Abbiamo pensato di proporlo per primo a Belluno, città capoluogo, perchè questa amministrazione aveva già dimostrato di ritenere importanti queste tematiche. Ma verrà proposto anche a tutti gli altri comuni della provincia». L'appello al Comune è stato chiaro ed è stato accolto. Si tratta di un atto politico, ma anche di una richiesta concreta, che impegna Palazzo Rosso alla tutela, al monitoraggio e all'azione contro la messa in discussione di diritti acquisiti quali la parità tra i sessi, l'autodeterminazione della donna e la lotta contro la violenza di genere. Diritti che, specie nella loro realizzazione pratica in servizi e strumenti alla persona, sono minacciati da alcuni disegni di legge che pretendono di rimetterli in discussione. Da qui inizia il lavoro. La vittoria di ieri è, per il gruppo, il trampolino di lancio per proseguire con ancora maggior convinzione su questa direzione. L'odg sarà sottoposto alla discussione in Consiglio comunale, nel frattempo l'assemblea lo sottoporrà alle altre amministrazioni del territorio. Il lavoro sarà capillare per arrivare, alla fine, ad avere buona parte della provincia schierata contro il disegno che parla di affido condiviso dei figli e del loro mantenimento. Contenuti e proposte che da più parti hanno sollevato critiche, perché considerati in contrasto rispetto alla tutela dei minori e delle donne in situazioni di debolezza o vittime di violenza. Belluno non arriva per prima, a livello nazionale. Sono già tanti, infatti, i Comuni italiani mobilitatisi a livello amministrativo per dire no al disegno leghista.
Alessia Trentin
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