Caso Ricci, «un piano professionale»

Giovedì 26 Gennaio 2017
Caso Ricci, «un piano professionale»
Maurizio Guglielmo circuì il povero-ricco Guido Ricci con «modalità di esecuzione del reato di tipo professionale». Le motivazioni della condanna a 5 anni e 4 mesi inflitta al 59enne, Maurizio Guglielmo, concludono con la definizione di «professionale» per quanto concerne il comportamento del medico bellunese. Guglielmo con sentenza del Tribunale di Belluno pronunciata il 12 settembre scorso è stato ritenuto responsabile del reato di circonvenzione di incapace consumata a Belluno dal 2010 al dicembre 2011. Si sarebbe fatto nominare erede universale da Guido Ricci, morto a 77 anni nel 2013 che visse come un clochard ma che aveva un patrimonio valutabile sui 7milioni di euro. «L'esecuzione professionale si può desumere - scrive il giudice Elisabetta Scolozzi - dalla predisposizione ad opera del Guglielmo di un vero e proprio piano per circuire il Ricci, poi codificato nel cd le Plain blue. Scandito poi da condotte ben definite quali per citarne solo alcune il tentativo di farsi adottare».
Insomma nelle 126 pagine delle motivazioni depositate nelle scorse settimane il Guglielmo ne esce come uno che ha studiato nei minimi dettagli come far cadere in trappola il Ricci, per impadronirsi del suo patrimonio mobiliare e immobiliare che tra conti un banca, negozi e case a Venezia e l'appartamento a Acapulco. «È ampliamente dimostrato - prosegue il giudice - che la condotta del Guglielmo era sorretta da coscienza e volontà di abusare di una persona in conduzioni di incapacità». E alla fine conclude: «L'unico elemento positivo per il Guglielmo è la sua incensuratezza». Nelle motivazioni si ripercorrono poi le 19 udienze. «Nel processo il Guglielmo ha presentato 4 dichiarazioni di ricusazione del giudice - si legge - tutte respinte». Poi i vari testi, tra i quali in bancari: l'inchiesta partì proprio dalle segnalazioni di due istituti di credito ai carabinieri di Belluno, l'Unicredit e la Banca nazionale del Lavoro. Guglielmo era andato in banca con il ricci e una dipendente si ricordò. «Aveva riferito di un episodio assolutamente analogo di quando lei lavorava al Credito Italiano. Il Guglielmo arrivò in banca con una benestante signora bellunese, la contessa Francesca Zuppani e con la donna era stato dato un ordine di operare tramite bonifico al trasferimento dei titoli dell'anziana donna».
Intanto la difesa dell'imputato affidata all'avvocato Enzo Lepre di Milano martedì ha depositato i motivi d'Appello. «Questa sentenza - spiega il legale della difesa Guglielmo - è fortemente condizionata dal clima e dipende da una prova acquisita forse non nel migliore dei modi. Infine come si fa a dare ragione alle banche che hanno mangiato i risparmi di tanti italiani. Anche i conti del Ricci erano in perdita per 600mila euro per prodotti spazzatura che gli erano stati venduti. Nel processo manca una perizia finanziaria, che noi chiediamo in appello. Infine sui consulenti: siamo in un paese in cui il livello della medicina psichiatria è eccellente e penso che si poteva fare meglio».
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