«Cani in abbandono», blitz al canile sanitario

Venerdì 14 Maggio 2021
«Cani in abbandono», blitz al canile sanitario
LA STORIA
BELLUNO Uno dei cani, un pastore tedesco con diversi anni sulle spalle, si chiama Shadow. E come un'ombra, appunto, si aggira da parecchio tempo all'interno del canile sanitario di via Cappellari a Belluno. Oltre a lui, ci sono altri due meticci. Delle loro condizioni di salute si sono interessati prima la Lega italiana difesa animali e ambiente (Leidaa), poi i carabinieri forestali. «Ci risulta che un cane è anziano spiega Marzia Ianese, referente Leidaa Belluno e vive dentro a una gabbia dove non ci sono ciotole e in cui manda un riparo. C'è solo un pezzo di nylon che però è insufficiente a ripararlo». A queste accuse l'Ulss Dolomiti ha risposto che «i cani non sono in sofferenza, vengono quotidianamente accuditi da personale operante presso il canile e con vigilanza sanitaria da parte del veterinario».
IL BLITZ
Leidaa si era mossa nei giorni scorsi a seguito di alcune segnalazioni da parte dei cittadini. «Mi avevano parlato di questo cane, Shadow, che vive lì da anni racconta Ianese Non sapevo ancora quanti ne avrei trovati. Ma i cani dovrebbero essere tenuti poco tempo nel canile sanitario per poi essere trasferiti in un rifugio o canile comunale». Così è andata in sopralluogo: «Ho sentito dei lamenti e poi ho visto due pastori tedeschi. Lì c'era un signore con il distintivo dell'Ulss». Per Leidaa i cani non erano a loro agio: si trovavano in mezzo alle pozzanghere, senza un riparo e impossibilitati a fare i loro bisogni al di fuori della gabbia. Perciò è stato chiesto l'intervento dei carabinieri forestali che hanno eseguito alcune misurazioni. Nulla è stato sequestrato. «Sono rimasta senza parole continua Marzia Ianese, che è anche avvocato I cani erano in una condizione inguardabile». Dalle foto sembra anche che l'edificio sia condizioni di semi-abbandono con le piante che crescono fin dentro alle gabbie. «Vogliamo capire chi è responsabile della struttura e chi del benessere degli animali conclude . Non voglio accusare nessuno ma sensibilizzare le persone perché l'indifferenza rende colpevoli».
L'AZIENDA SANITARIA
La risposta dell'Ulss Dolomiti è arrivata in serata. L'azienda ha spiegato che gli operatori del canile sanitario raccolgono ogni anno circa 160-180 cani randagi, segnalati dalle forze dell'ordine oppure da cittadini: «Più dell'85% dei cani è identificabile tramite microchip e, attraverso la banca dati regionale, si riesce a risalire al proprietario e riconsegnare l'animale». Gli esemplari sprovvisti di microchip vengono portati in canile, messi in regola e dopo un breve periodo di osservazione vengono dati in affido temporaneo. Se l'inserimento dell'animale nella nuova famiglia è positivo, l'affido diventa definitivo. Ci sono però casi particolari in cui i cani, per vari motivi, non possono essere affidati a qualcuno oppure non vengono richiesti. «I cani che attualmente stazionano al canile sanitario sono 3 si legge nella spiegazione fornita dall'Ulss Dolomiti un pastore tedesco, in custodia da quasi 4 anni, di proprietà di un cittadino straniero residente a Venezia ma non rintracciabile; un cane meticcio il cui proprietario è deceduto l'anno scorso e un altro la cui custodia è stata chiesta da un sindaco per una persona che ha problematiche sociali». Il canile sanitario avrebbe cercato più volte di affidare o collocare i primi 2 cani in altre strutture ma «entrambi necessitano di un percorso di riabilitazione comportamentale e di essere seguiti da personale specializzato prima dell'affidamento». Fino ad ora non è stato possibile trovare strutture, enti o associazioni che avessero la disponibilità ad accoglierli visto l'impegno che richiedono.
Davide Piol
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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