Calendario venatorio, via libera del Tar alla caccia selettiva degli ungulati

Sabato 5 Dicembre 2020
LA SENTENZA
BELLUNO Nulla di irregolare nel calendario venatorio: Palazzo Piloni vince contro le associazioni animaliste. Si è conclusa con una sentenza che dà piena ragione alla Provincia il ricorso promosso dall'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente. Con un'ordinanza pubblicata ieri, infatti, la Sezione prima del Tar Veneto si è nuovamente pronunciata a favore delle decisioni della Provincia in materia di attività venatoria. Di fatto, il tribunale amministrativo ha confermato la legittimità del calendario venatorio provinciale varato nei mesi scorsi, nella parte in cui consente di posticipare la chiusura della caccia per alcune specie al 31 dicembre 2020 (capriolo) e al 31 gennaio 2021 (cervo, daino e muflone nelle riserve confinanti con il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi) rispetto alla chiusura generale del 15 dicembre.
IL CONSIGLIERE
«Spiace che ancora una volta posizioni ideologiche abbiano fatto perdere tempo ed energie ai nostri uffici commenta il consigliere provinciale delegato a caccia e pesca, Franco De Bon -. Il tribunale amministrativo ha confermato quello che già sapevamo, ovvero che abbiamo agito nel pieno rispetto di quanto ci è consentito dalla normativa, con l'avvallo del maggior organo del Ministero dell'Ambiente, vale a dire l'Ispra. Ringraziamo la Coldiretti per il sostegno dimostrato. Il nostro operato va nella direzione non solo disegnata dalle misure previste da Ispra, ma anche verso la soluzione di problemi e criticità segnalatici dalle associazioni agricole». L'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, difesa dall'avvocato Maria Caburrazzi,  dopo il rigetto della sospensiva sulla misura della preapertura venatoria alla caccia del cervo (il 3 novembre), aveva promosso un ulteriore ricorso per motivi aggiunti contro il calendario venatorio provinciale, chiedendo al Tar che venisse sospesa la caccia agli ungulati entro il 15 dicembre o che la stessa venisse limitata a tre giorni a settimana. La Provincia di Belluno, difesa dall'avvocato Emma Pierobon e la Coldiretti di Belluno, intervenuta a supporto con l'avvocato Barbara Stilo, si sono opposte a questa seconda misura cautelare osservando nel merito che tale posticipo era stato autorizzato con parere Ispra del 18 giugno 2020 e comunque che in provincia di Belluno viene esercitata solo la caccia di selezione, basata su piani di abbattimento annuali, quantitativi e qualitativi per classi (sesso ed età) formati su censimenti, e anche tenendo conto dell'incremento della popolazione; pertanto alla Riserva viene assegnato per ciascuna stagione venatoria un numero determinato di capi e non esiste il rischio di un prelievo eccessivo perché una volta raggiunto il carniere, la caccia alla specie viene chiusa. Con l'ordinanza di ieri, quindi, il punto definitivo alla vicenda: il Tar ha respinto anche questa seconda domanda cautelare richiesta dall'Aidaa, rilevando che le censure sollevate dalla ricorrente riguardano «aspetti strettamente metodologici e meritali» che appartengono alla scelta tecnica dell'amministrazione e che rispettano le indicazioni dell'Ispra e pertanto affermando di non ravvisare nel calendario venatorio provinciale «vizi istruttori o motivazionali». (A.Tr.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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