Caccia di selezione: «I giorni devono essere ridotti»

Martedì 27 Marzo 2018
L'APPELLO
BELLUNO «La caccia di selezione in provincia di Belluno va ridotta». La richiesta arriva dall'associazione ecologista Gruppo d'intervento giuridico. I militanti, infatti, vorrebbero non si andasse oltre i tre giorni di spari (anziché cinque) a settimana. E chiedono di portare la stagione venatoria «a sessanta giorni complessivi, come avviene per le altre specie cacciabili. Con un periodo di caccia così ampio, si registra anche un aumento degli incidenti stradali, dovuti al fatto che gli animali spaventati dai numerosi colpi di fucile attraversano incautamente le strade. Si pensi che il picco degli investimenti dei caprioli avviene a maggio, quando la madre allontana gli esemplari, ormai adulti, per prepararsi di nuovo a partorire. Si immagini quindi cosa comporti la caccia di selezione rendendo orfani i piccoli di pochi mesi». Gli attivisti citano poi le indicazioni dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale): «Nel documento «Linee guida per la gestione degli Ungulati (2013) è indicato come sia preferibile non attuare alcun prelievo durante il periodo degli accoppiamenti per tutte le specie (con poche eccezioni), dovendo garantire la necessaria tranquillità in una delle fasi più delicate del ciclo biologico annuale. Nel caso delle femmine, le fasi biologiche da salvaguardare nella programmazione dei tempi di prelievo coincidono con quelle in cui si realizzano i parti, l'allattamento e la fase di dipendenza dei nuovi nati. L'abbattimento delle femmine adulte, in quest'ultimo periodo, priverebbe quindi i giovani del supporto materno, rischiando di introdurre una fonte di mortalità additiva per quest'ultima classe». Da qui, l'accorato appello: «Ci aspettiamo dall'ente Provincia un ridimensionamento dei tempi previsti per la caccia di selezione. Questo garantirebbe una maggior libertà di movimento: sia ai cittadini, sia ai tanti turisti che visitano quotidianamente il nostro territorio. E hanno il diritto di apprezzare la natura in sicurezza». Tra i firmatari del documento, spiccano pure Mountain Wilderness e il Wwf Terre del Piave.
MdI
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