Buoni fruttiferi: c'è già una sentenza positiva a Belluno

Mercoledì 29 Gennaio 2020
Buoni fruttiferi: c'è già una sentenza positiva a Belluno
IL CASO
BELLUNO C'è già una sentenza favorevole per i buoni fruttiferi postali non aggiornati regolarmente dalle Poste. È stata emessa dal Tribunale di Belluno, per un risparmiatore che si era rivolto all'Associazione Europea Consumatori Indipendenti di Feltre guidata dalla Orietta Sacchet. L'investitore feltrino che aveva in mano i buoni fruttiferi presi alle Poste negli anni Ottanta, con l'assistenza dell'avvocato Davide Fent di Feltre, ha ottenuto quanto previsto dalla tabella dei tassi che c'era dietro al buono: gli sono stati liquidati 40mila euro, anche se la Posta voleva dargliene solo 23mila. Ma i casi in cui è possibile vincere sono limitati. «Non sempre - mette in guardia Orietta Sacchet dell'associazione consumatori - si ha la possibilità di recuperare la rendita tabellare. Di tutti i buoni che abbiamo visto, di quel periodo limitato degli anni Ottanta, solo il 20% sono stati portati avanti. Il consumatore, sentendo di sentenze positive, si era un po' illuso, ma in realtà non è così semplice».
LA BATTAGLIA
Il bellunese Giobbe Mastellotto ha raccontato a Il Gazzettino la sua battaglia intrapresa per ottenere quanto dovuto da due buoni fruttiferi da 5 milioni di lire, rilasciati dall'ufficio postale di Mel nel 1989. Secondo le condizioni scritte chiaramente sul buono postale, avendo investito 5 milioni di lire 30 anni fa, avrebbe diritto oggi a 61mila euro. Ma le Poste, che applicano retroattivamente il tasso più sfavorevole al risparmiatore, gli liquidano al massimo 27mila euro. Mastellotto si è affidato allo studio legale Righes e tramite l'avvocato Alexis Comis e un perito che ha calcolato l'importo ha chiesto alle Poste di avere quanto gli spetta. Dopo una lettera e una diffida ad adempiere è pronto alla battaglia in Tribunale. Il buono di Mastellotto è del 1982 serie O, ma gli è stato rilasciato nel 1989, con timbro di aggiornamento sul retro della serie P e poi QP. Sono proprio i casi che in diverse sentenze sono stati accolti.
C'È CHI HA PERSO
«Sicuramente c'è fermento - confermano dall'Associazione Europea Consumatori Indipendenti -, ma ci sono dei legali, nella zona di Treviso, che hanno avviato la causa per dei consumatori che, avendo incassato il buono, avevano firmato una liberatoria, come ha fatto Poste da un certo momento in poi. Prima di avviare una causa quindi è meglio pensarci bene».
Olivia Bonetti
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