Botte all'anziana: figliastra arrestata

Martedì 3 Dicembre 2019
Botte all'anziana: figliastra arrestata
L'INCHIESTA
BELLUNO Schiaffi al volto, al dorso, tirate di capelli, colpi alla schiena. Doveva prendersi cura dell'anziana matrigna con demenza senile, ma era diventata la sua aguzzina. Alcune delle drammatiche giornate che la vittima, una 78enne bellunese, viveva nella sua casa di via Faverga, sono state documentate dalle intercettazioni e video ambientali avviati dagli agenti della Squadra Mobile di Belluno dal 19 novembre scorso. È stato penoso per gli agenti assistere a quell'inferno. Sono dovuti intervenire subito: dopo una decina di giorni hanno bloccato la figliastra-badante, stringendole le manette ai polsi. La donna, A.D.R., 71enne, è stata arrestata con l'accusa di maltrattamenti aggravati in famiglia e è stata condotta nel carcere veneziano della Giudecca.
LA MISURA
Sabato mattina A.D.R., assistita dall'avvocato Luca Dalle Mule, è comparsa di fronte al giudice, in Tribunale a Belluno. Il gip Enrica Marson ha convalidato l'arresto e ha disposto il divieto di avvicinamento alla 78enne matrigna: la figliastra dovrà restare a almeno 100 metri di distanza dalla donna. È scattato anche l'allontanamento dalla casa famigliare, un'abitazione che è di proprietà della figliastra, ma con usufrutto alla matrigna, come aveva disposto il padre della 71enne, morto anni fa. Anche l'anziana però non è tornata in quella casa, per ora: venerdì, dopo il blitz degli agenti, è stata portata dalla polizia al pronto soccorso e poi ricoverata in un reparto riservato. L'azienda sanitaria si è subito attivata infatti, dopo l'allerta codice rosa e ha avviato un ricovero sociale. Nei primi accertamenti medici sono state riscontrate delle lesioni, che erano state inferte con gli schiaffi dalla figliastra-badante, che indossava degli anelli e ha lasciato i segni. L'anziana maltrattata ha riportato 6 giorni di prognosi, ma le verifiche sono ancora in corso e potrebbero emergere ulteriori segnali di violenze avvenute nei giorni scorsi.
LA DENUNCIA
Il caso è stato reso pubblico ieri, in una conferenza stampa in Questura, con il questore Lilia Fredella e il capo della Mobile, Vincenzo Zonno, proprio per sensibilizzare tutti a denunciare. L'inferno che viveva in casa la 78enne è venuto alla luce grazie alla segnalazione di due vicini, che avevano visto uno strattonamento violento in strada e avevano udito, quasi ogni giorno, urla e insulti da parte della figliastra. «Non la vede che è tutta sporca», si arrabbiava la figliastra-badante parlando con i vicini. Sì perché lei ne parlava tranquillamente: «La maltrattante - ha spiegato Zonno - non si è resa neanche conto della gravità di quello che stava facendo, a ha dimostrato forte incredulità al momento dell'arresto». «È stato penoso vedere quello che stava vivendo - ha proseguito il capo della Mobile -: l'unico modo per entrare in quella casa era l'ambientale, ma non pensavamo di trovare una situazione così pesante e siamo intervenuti subito, dopo 5-6 episodi, per evitare ulteriori maltrattamenti».
L'INFERNO
Le vessazioni sarebbero scattate quotidianamente, per i motivi più banali. Anche se la figliastra doveva prendersi cura di quella donna, che a marzo aveva avuto un'ischemia e era parzialmente disabile, in realtà pretendeva da lei che si arrangiasse in tutto. Arrivava al pomeriggio e quando trovava le tazzine sporche, con un fondo di liquido, gliele rovesciava in testa. «Sei sporca vergognati, non ti sei lavata». E poi parolacce, insulti di ogni tipo. Un giorno l'anziana, che era affetta da demenza senile, aveva lasciato la stufa accesa. «Io volevo accenderla, l'ho lasciata solo aperta», si giustifica con la figliastra. Ma la 71enne-aguzzina per ripicca la lasciò al freddo. «Sono sicura che dal freddo impara - diceva - sono proprio stufa, sempre con la porta spalancata aperta. Se lo sogna il fuoco stasera, se lo sogna. A costo che si ghiacci il fuoco non lo accendo e il riscaldamento nessuno». L'anziana si giustificava in ogni modo, come anche testimoniato dai vicini: «Non ho fatto niente», «Scusa». Ma questo non le avrebbe evitato schiaffi, tirate di capelli, continue aggressioni, acqua sulla testa. Violenze quotidiane ricostruite nell'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Roberta Gallego, accertate con le indagini per almeno due mesi. «Ormai la figliastra - ha spiegato ieri Zonno - con una malcelata sopportazione appena entrava in casa iniziava a insultarla». Ora resta il problema di chi si occuperà dell'anziana, una volta terminato il ricovero. Il problema dell'assistenza e i tempi lunghi delle pratiche era stato sollevato anche dalla difesa dell'indagata, che ave avviato la richiesta per l'amministratore di sostegno.
Olivia Bonetti
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