Biotestamento: boom di richieste nei comuni feltrini

Giovedì 12 Agosto 2021
Biotestamento: boom di richieste nei comuni feltrini
FELTRE
Il caso Samantha smuove le coscienze: boom di persone che si recano nel proprio comune di residenza per sottoscrivere la Dat, la disposizione anticipate di trattamento e tanti firmatari per il referendum eutanasia legale. Nei mesi scorsi, dalle pagine de Il Gazzettino, è stato reso noto il caso di Samantha D'Incà, la giovane trentenne che, a causa di complicanze subentrate a seguito di un intervento chirurgico a cui si è sottoposta all'ospedale di Belluno dopo una banale caduta casalinga è finita in coma vegetativo irreversibile. Samantha non voleva nessun accanimento terapeutico. Lo ha detto più volte ai famigliari, ma non ha mai lasciato nulla di scritto. E per questo la strada per la famiglia che vuole staccare la spina, come da volontà della ragazza, è tutta in salita: la 30enne non aveva fatto la cosiddetta Dat, il biotestamento, che è previsto dalla legge.
I VOLONTARI
L'associazione Mano Amica, impegnata da oltre 20 anni nelle cure palliative e nella sensibilizzazione di tali temi, ha da subito posto interesse sulla Legge 219/17 quale strumento di attenzione nelle attività che svolge quotidianamente. A distanza di tre anni dall'approvazione della Legge l'associazione Mano Amica, ancor prima dell'esplosione del drammatico caso di Samantha, si è interrogata sulla conoscenza e ricaduta della norma nel territorio feltrino, in particolare nel distretto di Feltre ULSS 1 Dolomiti, con l'obiettivo di individuare strategie di informazione e diffusione di conoscenza della stessa.
L'INDAGINE
Si è aperta una sinergia con la realtà Dolomiti Hub con l'obiettivo di potenziare la conoscenza intorno a questa tematica. Come spiega Debora Nicoletto, una dei referenti del progetto per Dolomiti Hub, è stato creato un comitato scientifico che ha pensato di indagare la conoscenza della legge attraverso un questionario strutturato somministrato telefonicamente ad un campione rappresentativo della popolazione del distretto di Feltre. Inoltre il questionario è stato inserito, in cartaceo, nel giornalino di Mano Amica. «Ad oggi spiega Nicoletto -, sono state realizzate 300 interviste e raccolti circa 120 questionari cartacei. Ora andranno imputati questi ultimi dati per procedere poi all'elaborazione e quindi alla realizzazione del report di lavoro che produrrà delle sollecitazioni sulle strategie da adottare per una corretta informazione e diffusione sulla conoscenza della legge».
I COMUNI
Oltre a quest'azione, in collaborazione con il comitato dei sindaci e il distretto Ulss di Feltre, è stata avviata una ricognizione presso le amministrazioni comunali dei 15 comuni per conoscere lo stato di attivazione della legge all'interno dei comuni. «Questa parte di ricerca è in corso e i Comuni stanno rispondendo ai quesiti che abbiamo posto spiega Nicoletto -. Quasi tutti i comuni ci hanno risposto ma, la risonanza avuta dal caso di Samantha ha fatto si che molte persone si stiano interfacciando con i comuni per deporre le loro Dat, per questo attendono di risponderci quando le acque si saranno calmate».
LA RACCOLTA FIRME
Il fatto che il caso Samantha abbia scosso le coscienze lo si evince anche dai primi dati diffusi dall'associazione Luca Coscioni sul referendum eutanasia legale: la provincia di Belluno schizza in Veneto. Le quasi mille firme raccolte nel Bellunese, eguagliano quelle del Veneziano. E in proporzione al numero di abitanti la nostra provincia è quella che ha dato più adesioni in regione: circa lo 0,5% dei bellunesi ha firmato (gli altri dati: Padova 0,34%, Vicenza 0,37%, Treviso 0,29%, Verona 0,04% con solo 327 firme, Rovigo 0,03%).
Eleonora Scarton
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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