«Basta impianti» la rabbia sventola sulle Cinque Torri

Venerdì 4 Settembre 2020
CORTINA D'AMPEZZO
Basta impianti. Rispettiamo la montagna è lo slogan portato ieri, sulle Cinque Torri, per contrastare altre funivie e costruzioni sulle Dolomiti. Gli ideatori di questa protesta hanno allestito una decina di cordate sulle guglie del gruppo montuoso. Sono stati esposti gli striscioni con lo slogan di protesta, proprio sopra una delle opere realizzate per i Campionati del mondo di sci alpino Cortina 2021: la nuova pista agonistica Lino Lacedelli. Le Cinque Torri sono anche destinazione della nuova cabinovia da Son dei Prade a Bain de Dones; l'avvio dei lavori è atteso proprio in questi giorni. La protesta si è sviluppata con un originale flash mob verticale.
«Non siamo contro lo sci e non siamo integralisti. Siamo persone che amano la montagna, che la vivono nella sua completezza, in tutte le stagioni, per lavoro e per passione, e che stanno assistendo impotenti alla distruzione sistematica delle poche aree rimaste libere da impianti nelle Dolomiti», dice, a nome di tutti i partecipanti, Valerio Scarpa, guida alpina veneziana, che da anni vive e lavora nel Bellunese. Si protesta in particolare contro i lavori per i prossimi Mondiali di sci e per le Olimpiadi invernali 2026: «Stanno avendo un importante impatto sui versanti delle Tofane e delle Cinque Torri, con sensibili ampliamenti di impianti e di infrastrutture di vario genere», lamentano i promotori della protesta, che guardano anche ad altri sviluppi: «Il progetto del carosello in Marmolada prevede due nuove seggiovie che, dalla diga del passo Fedaia, permetteranno di raggiungere Sass Bianchet, a poche decine di metri dall'attuale stazione di Punta Rocca. Ci sarà una seggiovia lungo il lago, a dislivello zero, e il ripristino di due seggiovie attualmente in disuso, andando a compromettere ulteriormente una situazione difficile in un ambiente molto delicato». Guido Trevisan, proprietario e gestore del rifugio Pian dei Fiacconi, aggiunge: «Ci indigna maggiormente il progetto No car, fortemente voluto dalla Regione Veneto, per un ambizioso collegamento tra i comprensori sciistici di Cortina, Arabba e Civetta. Con la scusa di ridurre la mobilità dei mezzi privati sui passi dolomitici propone un'alternativa insostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico, andando a compromettere in modo definitivo due fra le aree di maggior pregio ambientale e storico delle Dolomiti Venete: il Giau e il Sief». Il gruppo precisa: «Non siamo contro lo sci e non siamo ambientalisti ma non vogliamo che questi progetti ci vengano imposti dall'alto, senza poter nemmeno esporre le nostre perplessità. E' arrivato il momento di agire e di far sentire la nostra voce per difendere la terra che amiamo». (mdib)
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