Al canile dell'Apaca per i cani ospitati ora è boom di richieste di adozioni

Mercoledì 20 Gennaio 2021
IL CASO
BELLUNO Tutti vogliono i cani di Apaca. Richieste da Venezia, Treviso, Genova, Cuneo e Milano per gli ospiti del canile rifugio gestito dall'associazione.
IL PORTAVOCE
«Ma noi non diamo in adozione oltre Vittorio Veneto spiega Walter Capraro, segretario di Apaca -, sarebbe troppo difficile gestire il pre affido». In tempi di lockdown però si fa difficile l'adozione anche per chi abita in provincia, perché in zona arancione le persone che abitano fuori dal comune capoluogo non possono raggiungere il rifugio e per i residenti della città, comunque, la visita può avvenire solo previo appuntamento. I volontari sono convinti che voler dare una famiglia ad un cane abbandonato non debba essere lo sfizio del momento, ma una scelta ragionata e consapevole, che qualche settimana di attesa non dovrebbe far cambiare. Lo scorso anno l'associazione ha contribuito a dare una seconda chance ad un centinaio di cani, tra i quali una quarantina ospiti del rifugio e una sessantina piccoli di cucciolate.
LE ADOZIONI
Nel lockdown di marzo le adozioni erano state bloccate. Nelle settimane in cui in tutta Italia la gente correva a dotarsi di un cane per poter passeggiare nei dintorni dell'abitazione, Apaca ha tenuto i suoi cani al sicuro per timore di adozioni poco consapevoli e sincere. Il tutto è stato poi sbloccato a giugno e ad ottobre sono stati molti i Fido ad aver trovato un nuovo nido. «Nel complesso il 2020, in termini di numeri, è andato come il 2019 spiega Capraro -, con punte di richieste prima del lockdown e in autunno. Non sappiamo bene spiegarci questo interesse verso la nostra realtà anche da chi abita fuori regione, dicono che apprezzano come gestiamo il rifugio e come curiamo i cani». Oggi per visitare gli ospiti serve un appuntamento. «Chi abita fuori Belluno non potrebbe venire aggiunge il segretario -, per carità noi non lo vietiamo ma viene a suo rischio, potrebbe incappare in una multa per essersi spinto fuori dal Comune. Noi consigliamo, intanto, di segnalare l'interesse e poi per la visita si attenderà l'allentamento delle restrizioni».
GLI OSPITI
Nei giorni scorsi i volontari hanno segnalato l'arrivo in rifugio di Bob, setter appartenente ad un uomo morto poche settimane fa. Tra lui e il padrone c'era una forte dipendenza e oggi l'animale vive con tristezza la detenzione in box. Ma non appena il post è stato pubblicato nella pagina Facebook, sono arrivate quattro richieste di adozione. Anche per lui c'è speranza. Come ce n'è per i cani ancora in rifugio del clochard Giancarlo Bigi, trovato morto a Levego nella sua roulotte nell'inverno del 2018. Dei suoi sedici cani ne sono rimasti sei, di cui tre sono in fase di pre affido. (A.Tr.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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