Addio al parroco che chiamava angeli i suoi fedeli

Martedì 24 Aprile 2018
Addio al parroco che chiamava angeli i suoi fedeli
ALPAGO
I suoi angeli gli sono stati accanto fino alla fine. Non c'è stato un giorno, assicurano i suoi più stretti collaboratori, che sia rimasto solo tra le mura di Casa tua 2. Si è spento, così, attorniato dall'affetto dei tanti fedeli che lui dipingeva come creature perfette, don Antonio Perotto, 78 anni, per vent'anni parroco di Tignes. La malattia contro cui aveva lottato con tenacia e serenità lo ha portato via ieri pomeriggio, lasciando un profondo sconforto in tutta la comunità. Era ricoverato ormai da tempo, dopo l'aggravamento avuto nel dicembre scorso quando il fisico, minato dalla malattia, aveva cominciato a cedere ad una stanchezza profonda. Il 13 febbraio scorso era stato ricoverato al San Martino e dal 30 marzo, venerdì santo, era passato a Casa tua 2, struttura che ospita i malati terminali. La settimana scorsa, tuttavia, sembrava che le sue condizioni fossero migliorate al punto che si ipotizzava di farlo tornare nella sua canonica, a Tignes. Il 29 giugno avrebbe celebrato 50 anni di sacerdozio.
Don Antonio era giunto nella parrocchia di Tignes nel lontano 1997 e qui aveva subito messo radici, profonde, al punto da definirsi «innamorato» del paese e della sua gente.
In vent'anni di attività don Antonio aveva rivoltato la chiesa, il campanile e anche la canonica. È sotto la sua guida spirituale e morale che vengono avviati importanti lavori di ristrutturazione del piccolo edificio sacro, che lui chiamava con orgoglio «la nostra chiesa», e dell'antica torre campanaria.
La sua era una presenza discreta, umile, ma sempre presente nella comunità. La Diocesi lo definisce di «spirito arguto, attento alla fraternità sacerdotale: fu sempre tra i sacerdoti più assidui agli incontri e alle sessioni di formazione. Era capace di carità attenta e puntuale».
Nell'esercizio delle sue funzioni pastorali, don Antonio aveva sicuramente un istinto innato per le prediche durante i funerali: riusciva sempre a centrare l'essenza dei defunti. Nato ad Agordo nel 1939, don Antonio si era diplomato perito minerario. Fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1968 ad Agordo. I mandati del ministero lo inviarono prima a Sedico, dove fu vicario cooperatore dal 1968 al 1971, poi a Rocca Pietore, dove fu per due anni vicario cooperatore (fino al 1972) e quindi prevosto fino al 1983. Visse poi a Belluno dove era stato nominato insegnante di religione alle scuole medie, collaborando con don Giuseppe Argenta nella parrocchia di San Fermo. Poi, nel 1997, l'arrivo a Tignes.
In queste settimana di sofferenza, che lui ha saputo vivere con estrema serenità, l'arciprete di Pieve, don Moreno, si è prodigato nei suoi confronti, raccogliendo il ringraziamento dei collaboratori di don Antonio. Anche il vescovo Renato Marangoni e molti altri prelati gli hanno reso visita.
La «sua» Tignes gli darà l'ultimo saluto venerdì alle 15.30 nella chiesa di Pieve, alla presenza del vescovo.
Giovedì la salma dovrebbe essere esposta in chiesa a Tignes per l'intera giornata seguita poi dalla veglia funebre.
Lauredana Marsiglia
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