«Zone rosse? Al momento no» Ma si abbassa l'età dei malati

Martedì 29 Settembre 2020
IL BOLLETTINO
VENEZIA Ci saranno zone rosse in Veneto a causa del coronavirus? È ipotizzabile un altro lockdown? Il presidente della Regione, Luca Zaia, scuote la testa: «Al momento no. Non c'è rischio di zone rosse e non c'è emergenza sanitaria. Lavoriamo perché questo non avvenga». Ma, ovviamente, dipende dal comportamento di tutti. Di qui l'invito di Zaia «di continuare a usare la mascherina, questo è l'unica richiesta che facciamo, non mi sembra un grande sacrificio». Ricordando che nei reparti di malattie infettive i medici si sono ammalati solo per 3,8%, il governatore ha ribadito che la mascherina è «a tutela della salute, per noi e per gli altri. Se hai la mascherina il virus non lo prendi».
Alcuni dati, però, hanno riflettere: «Si è abbassata l'età media dei pazienti in terapia intensiva - 63 anni e mezzo - ma si è abbassata anche la quantità di pazienti in terapia intensiva rispetto ai ricoverati, oggi siamo al 6% nel rapporto tra ricoverati e rianimazione». Anche la degenza media si è abbassata, da 14 giorni ora si è sull'ordine di 6-9 giorni. «E un terzo dei pazienti di terapia intensiva non è intubato», ha detto Zaia. È cambiato il virus o sono diventati più bravi nelle cure? Di sicuro, come ha sottolineato il governatore, «abbiamo più esperienza». Fiducioso: «Come è arrivato, il virus se ne andrà. Per noi che veniamo dalla campagna l'imperativo è curare bene chi si ammala».
GLI ESAMI
In Veneto sono stati effettuati 1.881.679 tamponi («Tra una decina di giorni arriveremo a 2 milioni»), cui si aggiungono i test rapidi, ben 1.390.000 saponette o pungi dito. «C'è una evoluzione nei test rapidi - ha detto Zaia - Ricordo che il tampone rapido del dottor Rigoli su nostra richiesta è stato autorizzato per i controlli sui turisti di rientro da Croazia, Grecia, Malta, Spagna e adesso è in dirittura d'arrivo il test con la saliva».
I NUMERI
In Veneto le persone in isolamento sono 8.611. I morti sono saliti a 2.177, uno in più nelle ultime ventiquattr'ore. Il totale dei casi positivi al Covid è salito a 27.217 (+154), gli attualmente positivi sono 3.646 (+102). In terapia intensiva sono ricoverati 21 pazienti positivi al Covid (il giorno prima erano 22). «Ma - ha sottolineato Zaia - nei reparti di rianimazione un terzo non è intubato, il quadro clinico è molto diverso dalla passata primavera». Un dato interessante è il rapporto tra sintomatici e i positivi: 40 su 3.621 pari all'1,10%. Il rapporto tra positivi e isolati è di 3.621 su 8.611 pari al 42,05%.
COMELICO
Due asili chiusi per quarantena, 5 bimbi positivi (oltre ai due casi che già erano emersi) e l'8% del campione scelto per i tamponi positivo. Non si sta mettendo bene il focolaio del Comelico, che interessa in particolare i comuni di Santo Stefano di Cadore e San Pietro di Cadore. Ieri i risultati di 217 tamponi sugli oltre 300 effettuati domenica in un maxi-screening sugli alunni e abitanti di due classi di età (1950-1954, 1972-1973), scelti dal Dipartimento di Prevenzione in base alla diffusione del virus: ebbene 18 sono positivi. Ora l'Usl 1 Belluno proseguirà con l'analisi e i tamponi di tutti i contatti. Al momento in Comelico l'1% della popolazione è infetta. E la Prefettura annuncia tolleranza zero sulle misure anti-contagio (mascherine e gel) e controlli serrati.
Al.Va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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