Zanardi sta meglio: «È ancora sedato ma respira da solo» `

Giovedì 20 Agosto 2020
Zanardi sta meglio: «È ancora sedato ma respira da solo» `
L'INCIDENTE
MILANO Sono passati due mesi da quel tragico pomeriggio del 19 giugno, quando Alex Zanardi ha imboccato la curva sulla provinciale tra San Quirico d'Orcia e Pienza e si è schiantato contro un camion a bordo della sua hand bike. Sessanta giorni nei quali ha affrontato quattro operazioni, un'improvvisa crisi che ha fatto temere il peggio e la successiva stabilizzazione. Ora, dalla cortina di silenzio che lo avvolge, arriva il primo bollettino davvero positivo. Molto più di un semplice aggiornamento delle condizioni del campione.
FUORI PERICOLO
«Miglioramenti clinici significativi», annuncia il San Raffaele di Milano descrivendo il piccolo ma importante passo avanti nella salita più lunga e dura della vita di Zanardi. I medici non fornivano aggiornamenti dal 27 luglio, quarantotto ore dopo il quarto intervento in 36 giorni necessario «per il trattamento di alcune complicanze tardive dovute al trauma cranico primitivo». Il quadro clinico dell'ex pilota di Formula 1 si è poi stabilizzato e nel corso delle settimane, puntualizza adesso il San Raffaele, alle cure intensive Zanardi «ha risposto con miglioramenti clinici significativi. Per questa ragione attualmente è assistito e trattato con cure semi intensive presso l'unità operativa di Neurorianimazione, diretta dal professor Luigi Beretta». La moglie Daniela e il figlio Niccolò da settimane proteggono Alex con la massima riservatezza sulle sue condizioni, il fatto che abbiano deciso di rompere il silenzio con l'aggiornamento di ieri lascia ben sperare. Significa che il campione paralimpico sta meglio, non è in pericolo di vita, non si sono verificate infezioni e respira in modo autonomo. Deve ancora smaltire la massiccia anestesia necessaria per gli interventi e non ha ripreso conoscenza. Solo gli esami neurologici forniranno un riscontro esatto sulle future possibilità di recupero, al momento Zanardi è un paziente molto fragile e per precauzione i medici preferiscono tenerlo sotto controllo nel reparto di terapia intensiva, seppur sottoposto a cure semi intensive. Si tratta di una unità intermedia tra la degenza ordinaria e il trattamento intensivo, per malati che non sono più in condizioni critiche ma che a causa della loro gravità necessitano comunque di un costante monitoraggio delle funzioni vitali.
L'INCHIESTA
In questi ultimi due mesi Zanardi è uscito dalla terapia intensiva solo per pochi giorni, quando all'ospedale di Siena, dopo tre interventi chirurgici alla testa, è stata sospesa la sedazione e il 21 luglio e si è deciso di iniziare un percorso di neuroriabilitazione trasferendolo in ambulanza a Villa Beretta, nel lecchese. Nella clinica specializzata, però, il campione è rimasto meno di quattro giorni: le sue condizioni sono tornate instabili rendendo necessari il trasporto al San Raffaele e un nuovo intervento. Ma l'ultimo bollettino apre uno spiraglio di ottimismo. Mentre proseguono le indagini per chiarire le cause dell'incidente. Gli investigatori del comando provinciale della guardia di finanza di Siena hanno effettuato la copia forense, ovvero una duplicazione integrale, dei dati contenuti nel computer sulla bici di Marcello Bartolozzi, il ciclista amatoriale che si trovava a pochi metri da Zanardi al momento dello schianto. L'apparecchio è stato sequestrato e il suo contenuto, ora affidato a un tecnico della procura, viene analizzato. L'attenzione degli esperti si concentra sulla velocità tenuta quando l'ex pilota è finito contro il camion, sul dislivello e sulla pendenza nel tratto di strada dove è avvenuto l'incidente. Elementi che potranno fornire una ricostruzione precisa e oggettiva insieme a quelli che emergeranno dalla perizia a cui lavora l'ingegner Dario Vangi di Firenze, su incarico del pm Serena Menicucci. Molte le persone interrogate dai magistrati e un solo indagato, l'autista del tir.
Claudia Guasco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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