Zaia: «Virus serbo più aggressivo del nostro Razzismo? No, scienza»

Martedì 14 Luglio 2020
L'ANALISI
VENEZIA Domanda: il virus che arriva adesso dall'estero è diverso da quello che finora è circolato a Nordest? Risposta: sì. «È più aggressivo, ma il mio non è il solito discorso da leghisti, qui non c'è il tema del razzismo», afferma il governatore Luca Zaia, annunciando i risultati dell'analisi condotta dall'Istituto zooprofilattico sperimentale della Venezie (Izsve), che su richiesta del Veneto ha sequenziato il genoma completo di quattro campioni di Sars-CoV-2 relativi al focolaio della Serbia, cioè quelli dell'imprenditore Lino Fraron, dei due collaboratori vicentini e dell'amica padovana.
LE CONSIDERAZIONI
Tre le considerazioni di Antonia Ricci, direttore generale e sanitario dell'Izsve. La prima: «Nei quattro tamponi la carica virale era molto elevata», cioè era presente un grande numero di particelle di virus (mentre nelle ultime settimane, chiosa Zaia, «i nostri laboratori devono fare tante amplificazioni per riuscire a trovarlo»). La seconda: «I virus dei quattro tamponi sono identici fra loro, e appartenenti al cluster dei virus isolati in Serbia, ben diversi dai virus isolati finora in Veneto e in Italia». La terza: «Ad oggi non è possibile associare specifiche mutazioni alla diversa patogenicità del virus, perché finora non ci sono abbastanza studi che mettano in relazione le forme cliniche con le mutazioni del virus» (spiegazione del presidente: «Abbiamo la carta d'identità di questo ceppo, ma non siamo ancora in grado di dire che particolari disturbi provoca rispetto agli altri»).
LA CLINICA E IL LABORATORIO
L'esito di questa ricerca sembra dunque segnare un punto fermo nel dibattito, che ha diviso gli scienziati, sull'indebolimento del Coronavirus. «Dobbiamo sempre stare attenti ai segnali della clinica, la quale da tempo ci diceva che alcuni ceppi erano più virulenti di altri: ecco, ora lo verifichiamo anche in laboratorio», sottolinea Roberto Rigoli, coordinatore delle Microbiologie del Veneto, firmatario insieme ad altri nove esperti (tra cui il virologo Giorgio Palù e l'anestesista Alberto Zangrillo) del documento che aveva evidenziato una marcata riduzione dei casi di Covid-19 con sintomatologia e un costante incremento di positività con una carica virale bassa o molto bassa.
LE DIFFERENZE
Proviamo allora a leggere, e a tradurre, le conclusioni dell'Izsve. «L'analisi filogenetica mostra che i virus analizzati appartengono al lineage B.1.1.»: osservando la struttura delle molecole, emerge che i patogeni che hanno contagiato Fraron e gli altri fanno parte di uno dei quattro gruppi genetici riscontrati in 39 sequenze ricostruite in Veneto e in Italia fra il 21 marzo e il 1° maggio, ma che è stato individuato anche in Serbia e in Danimarca. Il punto è proprio questo: i quattro tamponi ora analizzati assomigliano molto di più a quelli esteri che ai nostrani. Detta in termini scientifici, «la variante genetica identificata nei campioni di Padova e Vicenza mostra 3 differenze nucleotidiche e 3 differenze aminoacidiche rispetto ai virus dalla Serbia e 4 differenze nucleotidiche e 3 differenze aminoacidiche rispetto al virus dalla Danimarca», mentre le differenze con il Veneto andavano da 7 a 72 e quelle con l'Italia viaggiavano fra 7 e 165.
I CONTROLLI
Cosa implica tutto questo sul piano pratico? «La situazione in Veneto è assolutamente sotto controllo assicura Zaia anche se questo non significa fare festa: bisogna continuare a osservare le regole minime sul distanziamento sociale e sulla mascherina. Invece ci preoccupano un po' di più i ceppi di virus portati da fuori, per i quali abbiamo intensificato i controlli. Ho dato incarico ai direttori generali delle Ulss di fare tamponi diffusi nelle comunità straniere. Non è una questione  di ghettizzazione, ma di sicurezza. E molti, come i bengalesi o i kosovari, l'hanno capito e si sono subito messi a disposizione. Del resto qui ci era già successo: prima gli infetti eravamo noi, quello che sta accadendo in Serbia adesso è il nostro lockdown di marzo». Una situazione che va a sommarsi alla proroga dell'emergenza annunciata dal Governo. «Spero che questo tema sarà affrontato in Parlamento conclude il presidente della Regione perché ci sono in ballo aspetti giuridici ma anche politici, sulla misura dei poteri, che immagino ricadranno pure su di me come soggetto attuatore. Bisogna però che l'Oms assuma la regìa sanitaria a livello internazionale».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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