Zaia: «Vaccini prodotti dalle aziende del Veneto? La Regione è disponibile»

Mercoledì 20 Gennaio 2021
LA PROPOSTA
VENEZIA Quando sul mercato mondiale non c'erano le mascherine, diversi imprenditori veneti riconvertirono le loro fabbriche. Ora che a mancare in Europa è il vaccino, le case farmaceutiche italiane potrebbero produrlo su licenza di Pfizer Biontech, in forte (e clamoroso) ritardo sulle forniture. A formulare la proposta è l'immunologa Antonella Viola e a rilanciarla è il governatore Luca Zaia: «Se l'idea è fattibile e l'azienda è disponibile, noi ci siamo, anche con la finanziaria regionale».
I DATI
Ieri il Veneto è arrivato a somministrare 109.590 dosi, cioè l'87,9% delle 124.700 ricevute dal 27 dicembre. Da allora sono passate più di tre settimane ed è tempo del richiamo per i sanitari degli ospedali e del territorio, nonché per gli ospiti e per gli operatori delle case di riposo, anche perché nel frattempo sono arrivati i primi quantitativi di Moderna per gli ultraottantenni che vivono al loro domicilio. Ma a causa dei problemi produttivi di Pfizer, dapprima la consegna al Veneto è stata più che dimezzata (da 46.800 a 22.230, così come in Friuli Venezia Giulia c'è stato un calo da 15.210 a 7.020), dopodiché è stato annunciato per la prossima settimana un «ulteriore incredibile ritardo» in tutta Italia, per citare le parole del commissario straordinario Domenico Arcuri. Da qui l'intervento in plenaria dell'europarlamentare dem Alessandra Moretti: «Quali misure sono previste dal piano pandemico europeo in caso di ritardi o di consegne non rispettate da parte delle compagnie farmaceutiche come nel caso Italia Pfizer? Sono previste delle sanzioni?».
LA CHIAREZZA
Sul punto, Zaia è più conciliante con il colosso: «Ci rendiamo conto che un'impresa può avere problemi, ma bisogna capire se possiamo risolverli assieme e vogliamo avere la certezza che non siamo gli unici ad aver subìto i tagli. L'azienda ha rapporti contrattuali con il Governo e non sappiamo cosa avessero concordato, magari c'era scritto che per cause di forza maggiore poteva scattare la sospensione. Non penso però che il disguido sia accaduto dalla sera alla mattina, a meno che qualcuno lo sapesse e non ce l'abbia detto. Comunque ripeto, siamo terra di partite Iva, per cui comprendiamo i problemi delle imprese ma chiediamo che si faccia chiarezza sul contratto nazionale, perché per ora sappiamo solo che questo buco ci causerà un ritardo di almeno due settimane». Concorda il collega friulgiuliano Massimiliano Fedriga: «Questo ritardo ci crea un danno enorme».
LE CONSEGUENZE
Con quali conseguenze? «Dobbiamo accantonare centomila dosi per il secondo giro fra ospedali e Rsa spiega Zaia che chiuderemo non più a fine gennaio, ma a metà febbraio. Solo allora potremo cominciare con gli over 80, sperando che nel frattempo sia disponibile AstraZeneca. Ma al momento l'obiettivo è recuperare quante più dosi possibili di Pfizer per completare la vaccinazione di chi ha avuto la prima inoculazione. La mia proposta è che il quantitativo necessario sia garantito dal magazzino nazionale, attraverso un meccanismo di mutualità solidaristica».
LA SOLIDARIETÀ
A proposito di solidarietà fra Regioni, il governatore veneto evita accuratamente di commentare l'uscita della vicepresidente lombarda Letizia Moratti sulla priorità da dare alle Regioni più produttive: «Le mie idee sono già abbastanza chiare, personalmente non mi sono ancora vaccinato perché aspetto il mio turno». Zaia non si tira indietro, invece, nel raccogliere il suggerimento della professoressa Viola, che a Radio24 dice: «La strada dovrebbe essere la produzione su licenza. Questi vaccini funzionano molto bene, piuttosto di aspettare le case madri le aziende che sono sui territori potrebbero fare accordi e iniziare la produzione. Ci sono aziende fuori dall'Italia che si stanno muovendo in questa direzione».
Riflessione di Zaia: «Se è fattibile, condivido questa idea. Si tratta di un processo industriale e immagino che lo scouting sui nostri imprenditori sia già stato fatto. In ogni caso non mi sembra affatto un'idea strampalata. Magari un vaccino prodotto in Veneto funziona anche meglio... Quindi dico a Pfizer che la Regione Veneto c'è, se serve dare una mano a produrre vaccini per i veneti e per tutti gli italiani, anche con la nostra finanziaria (Veneto Sviluppo, ndr.)». È invece escluso che l'istituzione possa acquistare direttamente i sieri: «Noi abbiamo già posto questa questione, ma è impossibile perché le forniture e i contratti sono frutto di accordi diretti tra le aziende fornitrici e gli Stati membri dell'Unione europea».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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