Zaia riscrive l'ordinanza: pronto a riaprire le città

Venerdì 28 Febbraio 2020
LE MISURE
VENEZIA Domanda del Gazzettino: presidente, prorogherà l'ordinanza? Risposta di Luca Zaia: «Spero proprio di no». È mezzodì del settimo giorno di emergenza Coronavirus, quando dalle porte scorrevoli della Protezione civile regionale filtra finalmente un barlume di positività. Bastano infatti quelle quattro parole del governatore, in diretta Facebook attraverso la pagina del nostro giornale, per scatenare un diluvio di pollici alzati e cuoricini palpitanti. L'emotività social è assai più rapida del confronto istituzionale: l'ultima videoconferenza della sera ancora non scioglierà i nodi dell'accordo con le altre Regioni e con il ministero della Salute. Ma la strada proposta dal Veneto va verso un obiettivo chiaro: riaprire già da questa domenica chiese, musei, cinema, teatri, palazzetti e stadi, quindi da lunedì anche le scuole e le università.
LA BOZZA
Comincia verso le 14 la stesura della possibile Ordinanza contingibile e urgente n.2. La bozza per ora lascia in bianco lo spazio per la firma del ministro Roberto Speranza, che domenica 23 febbraio aveva sottoscritto la versione n.1 «di intesa con il presidente della Regione Veneto». La posizione di Zaia, benché come soggetto attuatore disponga di poteri più ampi dell'ordinaria amministrazione, rimane la stessa: evitare fughe in avanti, procedendo insieme al dicastero della Salute e ai colleghi governatori dei territori colpiti dal virus, ad eccezione con tutta probabilità di Attilio Fontana, che visti i numeri della Lombardia potrebbe decidere di differenziare le proprie misure in senso più stringente.
«Vorremmo tornare velocemente alla normalità non reiterando l'ordinanza», dice Zaia. O meglio, emanandone appunto una seconda, per consentire già da domenica 1° marzo la ripresa delle aggregazioni sospesa come chiarito dalla circolare esplicativa del direttore generale Domenico Mantoan: celebrazioni religiose, manifestazioni, fiere, sagre, attrazioni, lunapark, concerti, campionati sportivi, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali, concerti, attività di discoteche e sale da ballo. Ovviamente per quello che è possibile ripristinare in fretta: un conto è una Messa per cui può bastare la disponibilità del sacerdote, un altro è un festival che richiede un'organizzazione molto più complessa. Questo varrebbe in tutto il Veneto, ma verosimilmente non a Vo' Euganeo, dove vigono le prescrizioni disposte dal premier Giuseppe Conte per i focolai dell'infezione.
IL TEMPO
La decadenza del testo precedente permetterebbe poi di far ricominciare da lunedì 2 marzo le lezioni nelle scuole e nelle università (probabilmente dappertutto meno che nel plesso di Limena, chiuso per 14 giorni dopo la positività di un'alunna al tampone). «Penso che le scuole possano tranquillamente riaprire per quanto ci riguarda afferma Zaia a meno che la comunità scientifica non dica che c'è un pericolo incombente».
Per riavviare la macchina scolastica, non servirà molto tempo: un pochettino, però, sì. «L'ordinanza scade domenica riconosce il leghista e prima di domenica bisognerà prendere una decisione. Ma non dipende solo da me, serve anche la firma del ministro. Ma anche la comunità scientifica deve decidersi se validare le scelte o continuare a fare commenti, dando l'idea che siamo la pattuglia acrobatica dove ognuno fa quello che vuole. Ricordo che in Veneto, fino a prova contraria, si applicano le direttive dell'Oms e dell'Iss».
I DATI
Grazie alle azioni basate su quelle indicazioni, rivendica il governatore, i dati sono confortanti: «Su 100 pazienti, 80 non hanno sintomi e guariscono da soli, 15 hanno bisogno di cure e solo 5 vanno in Terapia Intensiva. Inoltre, incrociando le dita, la crescita non è esponenziale». Per questo i divieti potrebbero essere rivisti. Su un punto però Zaia è perentorio: «Non vorrei che l'ordinanza diventasse l'alibi per qualcuno per dire che è colpa delle restrizioni se c'è la psicosi. Il virus c'è e colpisce, ma siamo davanti a una pandemia mediatica. Ricordo che il Veneto non ha vietato di utilizzare i treni, eppure i treni sono vuoti; non ha vietato di andare nei ristoranti, che però non stanno lavorando; non ha vietato di prenotare qui le vacanze, ma fioccano le prenotazioni. Il tema è che a livello internazionale c'è un attacco bello e buono contro la nostra comunità».
Sempre a proposito di ordinanze, intanto, il Tar ha sospeso quella delle Marche, che fermava manifestazioni e scuole fino al 4 marzo pur non essendo sede di focolai. «Lo Stato c'è e si fa rispettare», commenta il ministro Francesco Boccia, soddisfatto invece per i testi omogenei e poco afflittivi adottati da altre 12 Regioni no cluster.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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