Zaia: «Il mio discorso in aula sarà trasmesso in Procura»

Giovedì 6 Maggio 2021
Zaia: «Il mio discorso in aula sarà trasmesso in Procura»
LA POLEMICA
VENEZIA Capitolo chiuso. Per il governatore del Veneto le nove ore di discussione di martedì scorso in Quinta commissione Sanità bastano e avanzano: tutto quello che c'era da dire sulla gestione della pandemia - ha sottolineato - è stato detto, così come è stata ribadita la correttezza delle azioni portate avanti dalla Regione. Vale per l'uso dei test antigenici rapidi, per la chiusura delle scuole, per il colore giallo-plus osservato durante l'autunno, per i dati forniti sulle terapie intensive. «Sul comportamento della Regione Veneto durante le fasce di colore ne ho parlato in commissione consiliare, non ne voglio più parlare, l'ho detto 3-4mila volte e ho anche chiesto che mandino il mio verbale in Procura della Repubblica», ha detto ieri Zaia nel punto stampa sull'emergenza Covid a Marghera.
LO STUDIO
La polemica, però, non è scemata. E a tenere banco continua a essere lo studio del professor Andrea Crisanti di cui ha parlato, in commissione, il direttore generale della Sanità veneta, Luciano Flor. L'attenzione si è focalizzata sulle tre righe scritte in grassetto su MedRxiv, il sito Internet che distribuisce gratuitamente al lettore manoscritti completi ma non ancora pubblicati nei settori della medicina, della ricerca clinica e delle scienze sanitarie correlate. A proposito dello studio di Crisanti sulla inattendibilità dei test rapidi antigenici, è stata posta la seguente avvertenza: I preprint sono rapporti preliminari di lavoro che non sono stati certificati da peer review (cioè non hanno avuto la valutazione tra pari), non dovrebbero essere invocati per guidare la pratica clinica o il comportamento correlato alla salute e non dovrebbero essere riportati nei mezzi di informazione come informazioni consolidate.
L'OPPOSIZIONE
Così come ha fatto Zaia, anche il centrosinistra si è mantenuto sulle proprie posizioni. «Le nostre domande specifiche sulla gestione della pandemia in Veneto, in particolare tra ottobre e gennaio, sono rimaste senza risposta», ha detto il portavoce dell'opposizione Arturo Lorenzoni. «In Quinta commissione si è parlato molto di Crisanti e poco degli studi internazionali che evidenziano i limiti dei test rapidi», ha detto Cristina Guarda (Europa Verde). E il Pd capitanato da Giacomo Possamai ora punta sulla commissione d'inchiesta: «Abbiamo ottenuto quello che più ci sta a cuore, nelle prossime ore, insieme alle altre forze di opposizione, depositeremo la proposta di deliberazione amministrativa per chiederne l'istituzione. Non perdiamo tempo».
LA REPLICA
Secca la replica di Sonia Brescacin, presidente della Quinta commissione: «Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire: il portavoce delle opposizioni non intende sentir ragioni e nonostante la esauriente spiegazione data da Zaia e dai tecnici della sanità veneta nella gestione del Covid insiste nel dire che non si è dato risposta alle sue domande, il che non è vero. È attribuita a Michelangelo una frase che ben coglie questo atteggiamento: meno idee si hanno e meno si è disposti a cambiarle». (al.va.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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