Virus, nuovi casi: sono 34 grave anziano a Limena

Martedì 25 Febbraio 2020
IL QUADRO
VENEZIA Siamo arrivati a 34. Il trentaquattresimo caso di contagio in Veneto riguarda un uomo di Limena, in provincia di Padova, da giorni sofferente di crisi respiratorie, ora ricoverato in Terapia intensiva nell'Azienda ospedaliera della città del Santo. E con questo contagio conclamato si apre, dopo quelli di Vo' Euganeo, Dolo e Venezia, un altro focolaio di coronavirus in Veneto. Adesso siamo a quattro cluster, cioè quattro gruppi di pazienti. Senza nessuna connessione l'uno con l'altro.
L'altra novità è che in Veneto anche i cinema sono vietati, ma i mercati rionali sono salvi: la Regione ha ritenuto infatti opportuno emanare una serie di chiarimenti relativi all'ordinanza Speranza/Zaia, quella emanata domenica sera e che, da ieri e fino al 1° marzo ha disposto lo stop delle feste di Carnevale, la sospensione delle messe nelle chiese, la chiusura delle scuole e dei musei.
I NUMERI
Domenica sera la conta si era fermata a 25. Ieri mattina si sono aggiunti altri due casi. E faceva 27. A mezzogiorno si è saliti a 32. A metà pomeriggio a 33. In serata il 34° caso. Il dettaglio: 25 casi nel cluster, cioè il gruppo del comune di Vo' Euganeo (14 pazienti non ricoverati, 10 ricoverati a Padova, 1 deceduto); 4 nel gruppo dell'ospedale di Dolo (3 operatori sanitari non ricoverati, 1 paziente in Terapia intensiva a Padova); 4 casi nel cluster di Venezia, tutti ricoverati, anche se l'ultimo è un mestrino, fattore questo che potrebbe aprire un ulteriore scenario; infine il malato di Limena.
Chi pensava di aver chiarito il legame tra il Comune dei Colli Euganei e il Lodigiano si è dovuto arrendere all'esito del tampone cui è stato sottoposto un agricoltore di Albettone, paese in provincia di Vicenza che dista una manciata di chilometri da Vo': l'uomo era sì stato nel lodigiano, aveva sì accusato febbre, ma il test eseguito all'ospedale San Bortolo a Vicenza in serata ha dato esito negativo. Il capo della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, era stato del resto cauto: «Non ho conferma dalle strutture regionali di un collegamento tra il caso di Lodi e quello del padovano».
LE RICADUTE
Al primo giorno di applicazione delle prescrizioni decise per evitare la diffusione del contagio, dall'economia sono arrivati segnali di allarme. A Venezia, già messa in ginocchio dall'acqua alta di novembre, gli albergatori hanno registrato un aumento delle disdette pari al 40 per cento. Ne risente prima di tutto il turismo (anche la Serbia, dopo la Carinzia, ha sconsigliato i viaggi in Italia) e pure il settore primario comincia a soffrire. Tant'è che questa mattina, nella sede della Protezione civile a Marghera, si terrà un vertice convocato dal governatore Zaia con i rappresentanti delle istituzioni locali e del mondo economico e sociale per una valutazione comune sulle conseguenze dell'emergenza coronavirus.
I CHIARIMENTI
Ieri il direttore generale dell'Area Sanità e Sociale della Regione Veneto, Domenico Mantoan, ha firmato una circolare per dare chiarimenti applicativi in merito all'ordinanza Speranza/Zaia. E cioè: fino al 1° marzo sono vietate le manifestazioni che determinino significative concentrazioni di persone. E siccome l'ordinanza non le esplicitava, Mantoan le ha elencate: sono sospese fiere, sagre, lunapark, concerti, eventi sportivi che prevedano la presenza di pubblico tipo campionati e tornei. Stop anche a cinema e teatri, oltre che discoteche e sale da ballo. Cos'è che si salva? Potranno rimanere aperti i luoghi di svolgimento dell'attività corsistica e cioè centri linguistici, doposcuola, centri musicali, scuola guida, ma anche palestre e piscine pubbliche e private, campi da gioco. Nessun divieto alle attività economiche, agricole, produttive, commerciali e di servizio: quindi negozi aperti e aperti anche pubblici esercizi, mense, mercati settimanali. Questa specificazione era stata sollecitata anche alla luce dell'ordinanza della Lombardia dove gli spritz-hour serali sono vietati e dove è pure stabilita la chiusura dei negozi (eccetto gli alimentari) dei centri commerciali nelle giornate di sabato e domenica. E poi c'è il capitolo funerali e matrimoni: sia gli uni che gli altri, religiosi o laici, in Veneto possono tranquillamente essere celebrati a condizione di permettere la partecipazione ai soli familiari. La ratio dell'ordinanza del 23 febbraio è infatti di evitare folle di persone che potrebbero favorire il contagio. Quanto alla disinfezione dei mezzi di trasporto, dovranno occuparsene le aziende che hanno in gestione il servizio utilizzando i normali prodotti presenti sul mercato.
E dopo aver isolato Vo' Euganeo e blindato l'ospedale di Schiavonia, la Regione ha deciso l'allestimento di tende attrezzate all'esterno dei nosocomi. «In queste ore - ha detto ieri pomeriggio il governatore Zaia - all'esterno dei Pronto soccorso di vari ospedali stiamo allestendo delle tende specificamente attrezzate che possono essere estremamente utili per molte necessità. Già adesso disponiamo di strutture come queste per un totale di 900 posti, che mettiamo in campo, prevedendo anche il peggio, per fungere da polmone di sfogo in caso di arrivo di molti pazienti». L'assessore regionale alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin ha precisato di aver ricevuto richieste per gli ospedali di Verona, Padova, Dolo, Mirano, Feltre e Belluno: «Le useremo appena operative per svolgere le attività di raccolta dei tamponi di controllo e verifiche sulle persone che si dovessero presentare, con lo scopo di alleggerire, almeno in parte, la pressione sulle strutture ospedaliere interne, evitando di intasare i reparti di Pronto soccorso e di Malattie infettive per attività non direttamente connesse alle loro specificità».
GLI ACQUISTI
Tutti a caccia di mascherine? Per garantire la sicurezza degli operatori negli ospedali e la massima effettuazione dei tamponi, il Servizio sanitario della Regione Veneto ne ha ordinate 280.000 dei cui 15.000 in consegna da oggi. E poi 100.000 tamponi e test, 59.000 camici, 54.000 calzari, 2.100 occhiali protettivi, 100 visiere, 215.000 confezioni di gel disinfettante. E sono in ordinazione svariate migliaia di guanti sufficienti per il fabbisogno di 3 mesi per tutte le Ullss. Perché la domanda a cui nessuno sa rispondere è: quanto andrà avanti l'emergenza coronavirus?
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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