Virus, l'altalena dei contagi Zaia minaccia altre strette

Venerdì 27 Marzo 2020
LA GIORNATA
VENEZIA Più che un bollettino, ormai è un rebus. Alla fine della trentacinquesima giornata di emergenza Coronavirus, la lettura comparata dei dati diffusi a livello regionale e nazionale diventa un rompicapo, se inquadrata nella serie storica di queste ormai cinque settimane. Dopo quattro giorni di calo, in Italia torna a schizzare in alto il numero dei nuovi positivi (+4.492), soprattutto per la spinta della Lombardia (+1.598), mentre in Veneto l'incremento è più contenuto ma comunque superiore alle ventiquattr'ore precedenti (+620). Aumenti che tuttavia vanno letti anche in rapporto alla quantità di tamponi effettuati finora: 87.713 dai lombardi, 79.759 dai veneti. «Siamo riusciti a frenare la curva dei contagi, che poteva impennarsi in maniera verticale, ma purtroppo crescono i morti», sintetizza il governatore Luca Zaia, alludendo al fatto che qui i casi totali sono arrivati a quota 7.202, per un totale di 17.457 persone in isolamento domiciliare, con 1.754 ricoverati (di cui 336 in Terapia Intensiva), 536 dimessi ed appunto 308 deceduti (altri 35 rispetto a mercoledì, di cui 7 in provincia di Treviso). Inevitabile e perentorio il monito del virologo Andrea Crisanti: «Non è che quando l'epidemia finalmente cala, i casi sono pochi e non ci sono più persone infette. Se non si sta attenti, la cosa più probabile è che poi l'epidemia riparta daccapo».
L'UE
L'allarme sanitario torna così a risuonare nelle ore dello scontro all'interno dell'Ue. Zaia ne parla in risposta alla nostra domanda sulla manovra italiana, confermata in mattinata dal premier Giuseppe Conte: «Penso e spero che questi 25 miliardi siano solo l'inizio, la Germania ne ha stanziati 525, gli Stati Uniti 2.000 (di dollari, ndr.)». Poi però il governatore sbotta: «Mi chiedo perché in Italia ancora si continui a rispettare l'Europa, mi chiedo come mai in Italia ci sia ancora questa sudditanza nei confronti dell'Europa. Dico che l'Europa ha senso di esistere e ha una sua dimensione politica, per cui davanti a una crisi planetaria deve prendere posizione». E ancora, in serata, su Rete 4: «Sono un europeista convinto, ma di fronte a quanto sta accadendo con il Coronavirus dico che questa Ue dimostra tutta la sua inutilità. Nell'Ue c'è chi ci ha abbandonato e ci tratta da untori».
LA SPESA E IL TONNO
Ma accanto alla crisi economica, c'è un'urgenza infettiva da affrontare. «Il modello matematico è avanti di due giorni osserva Zaia il vuol dire che le misure che stiamo adottando, cioè stare in casa, rallentano il contagio. Dobbiamo però continuare ad avere un atteggiamento prudente». In diretta social e televisiva, il presidente della Regione si rivolge così ai cittadini: «Non costringetemi a fare ordinanze cattive sul fronte degli acquisti. Al supermercato andate una volta alla settimana, o magari anche meno, per fare una spesa grande». Tante le idee sul tavolo per provare a contenere gli accessi ai market: «C'è chi dice di contingentare gli ingressi a giornate secondo le lettere dell'alfabeto, chi propone l'obbligo di presentare una tessera da timbrare alla cassa, chi suggerisce l'apertura 24 ore su 24. Ma è chiaro che sono tutte azioni impegnative, per cui sarebbe meglio che tutti ci limitassimo da soli, con senso civico». Già che c'è, comunque, anche Zaia azzarda la sua soluzione: «Comprate tanto scatolame. Lo so, sono un difensore del cibo di qualità e identitario, ma proprio io vi consiglio di compare tonno e carne in scatola...».
BASTA USCITE
Basta con le uscite non indispensabili, ordina poi il leghista: «Non so più in che lingua dirvelo». Nel dubbio, Zaia sceglie un'immagine forte: «Se mi ascoltate, ne veniamo fuori con il sorriso. Se non mi ascoltate, ne veniamo fuori con le bare. L'altra sera dalle mie parti ho visto uno col cagnetto, stavo per fermarmi, ma poi non volevo sembrare arrogante. L'avete capito o no che non potete andare in giro con il cane, e neanche da soli, oltre i 200 metri? Se non avete il metro, sappiate che sono 263 passi. Oppure scaricatevi l'app ideata dai ragazzi di Treviso, così vi suona il telefono quando sgarrate. Piacerebbe anche a me andare a fare una corsa in mezzo ai campi, invece sto fermo là, ad ascoltare i merli...».
LE RACCOMANDAZIONI
E a ripetere le raccomandazioni, sempre più severe: «Se andate a fare la spesa, anche un foulard o la sciarpa è meglio di niente. Indossate i guanti di lattice, buttate gli involucri all'aria aperta e pulite con una soluzione disinfettante tutto quello che resta in casa, dai metalli ai cartoni. Se vi consegnano le borse a domicilio, fatele lasciare fuori dalla porta. Lavatevi ossessivamente le mani, cioè spesso e per non meno di venti secondi. Arieggiate il più possibile i locali, come facevano le nostre nonne, con lenzuola e cuscini sui davanzali. Altrimenti il virus è lì e, alla prima respirazione maldestra, ve lo inoculate...».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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