«Violentata da un profugo in stazione»

Giovedì 11 Maggio 2017
«Violentata da un profugo in stazione»
Rapinata, picchiata e violentata da un richiedente asilo iracheno di 26 anni che ha attirato la sua attenzione fingendo di stare male. Lei, studentessa di 17 anni, vedendolo riverso a terra è scesa dall'autobus per aiutarlo, ignara che il suo gesto altruista le si sarebbe ritorto contro.
È accaduto martedì sera a Trieste: erano le 22.30 circa quando i poliziotti, transitando per via della Scalinata nel rione di San Giacomo, hanno notato tre ragazze che si sbracciavano chiedendo aiuto e una quarta riversa a terra, in evidente stato di shock, con una ferita al ginocchio e numerose ecchimosi sul viso. È stata lei stessa a riferire agli agenti di essere rientrata in città dopo uno stage di studio tenutosi in una località vicina: mentre era ancora a bordo dell'autobus, nelle vicinanze della Stazione ferroviaria, ha notato l'uomo a terra e con l'intenzione di prestargli soccorso si è avvicinata. Govand Mekail, nato in Iraq e gravato da precedenti di polizia per rapina impropria e maltrattamenti in famiglia, ha chiesto aiuto alla giovane pregandola di accompagnarlo. I due si sono quindi diretti in un'area della stazione dove sostano dei vagoni in disuso: a quel punto l'atteggiamento del 26enne è cambiato radicalmente.
L'uomo ha trascinato la vittima dentro il bagno di una delle carrozze e dopo aver frugato nella sua borsetta arraffando poche decine di euro, l'ha costretta a bere da una bottiglia di whisky per farla smettere di opporre resistenza. L'ha quindi picchiata ripetutamente, prendendola anche a morsi, cercando di consumare l'atto sessuale. Ultimata la violenza, la ragazza è riuscita a scappare inseguita dall'aggressore: dopo aver chiesto aiuto ad alcuni passanti, è salita su un autobus allontanandosi dalla zona. Una volta soccorsa, è stata ricoverata all'ospedale Burlo Garofolo dove è stata sottoposta al protocollo per le violenze e la Squadra Mobile ha formalizzato le sue dichiarazioni. Il richiedente asilo è stato rintracciato a poca distanza dal luogo della violenza da una pattuglia del Commissariato di Opicina, è stato arrestato e ora si trova al carcere del Coroneo a disposizione della Procura della Repubblica che coordina le indagini. Sarà compito della magistratura fare chiarezza sulla dinamica e sulla versione dei fatti fornita dalla minorenne che, ancora sotto shock, presenta tumefazioni ed ecchimosi in varie parti del corpo nonché segni di morsi a dimostrazione della brutalità con la quale è stata aggredita dallo straniero. «Atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese, gesti come questi devono prevedere l'espulsione dall'Italia ovviamente dopo assolta la pena» ha commentato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani.
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