«Venezia è meno cara di Parigi o New York Il problema è il nero»

Sabato 19 Ottobre 2019
TURISMO
VENEZIA «Venezia non è una città cara. Il paragone va fatto con località come New York e Parigi e in laguna i prezzi sono molto più competitivi».
Bernabò Bocca, presidente nazionale di Federalberghi, possiede dal 2009 un albergo di lusso sul Canal Grande, il Centurion, del gruppo Sina, e su Venezia ha un'idea precisa, anche se sostiene di conoscere meglio la realtà della sua città, Firenze.
«Per risolvere i problemi di Venezia, così come delle altre città turistiche, serve una norma nazionale che consenta di affrontare e risolvere le questioni principali - ha spiegato in occasione dei festeggiamenti per il decimo compleanno del suo hotel, da sempre meta di molti Vip - Prima fra tutti la concorrenza sleale degli appartamenti, in gran parte in nero».
Una guerra alberghi contro b&b?
«Non è così: non siamo contro i b&b ma contro i disonesti. L'abusivismo è il problema numero uno del settore turistico».
E gli altri?
«È necessario rifinanziare la tax credit che ha portato ottimi risultati nella riqualificazione alberghiera. Poi serve una migliore politica di promozione del nostro Paese: molte Regioni sprecano molte delle risorse da investire a questo scopo. Fortunatamente il Veneto non tra queste. Per rilanciare turismo va restituita allo Stato almeno una parte della competenza nel settore, in modo da avviare una seria politica industriale del turismo a livello centrale».
Torniamo a Venezia: cosa ne pensa della cosiddetta tassa di sbarco che il Comune sta progettando di istituire?
«Siamo a favore: è giusto che tutti i visitatori contribuiscano ai servizi della città, non soltanto gli ospiti degli hotel ai quali viene chiesta l'imposta di soggiorno. Mi auguro, però, che non si torni ai tornelli: sono certo che l'amministrazione comunale saprà trovare la soluzione migliore».
In laguna continuano ad infuriare le polemiche sulle grandi navi, accusate di inquinare e mettere in pericolo la città.
«Le grandi navi sono esteticamente brutte e pericolose: sicuramente non devono più passare per San Marco. Ma è necessaria una soluzione che salvaguardi l'arrivo delle crociere a Venezia, in quanto si tratta di un turismo che porta ricchezza».
Per il turismo il 2019 finora è stato un anno di ottimi risultati.
«Si può fare ancora meglio: investire su eventi fuori stagione per allungare il periodo turistico: ci sono ancora margini per crescere, anche in città come Venezia, riempiendo le strutture nei mesi tradizionalmente meno richiesti».
Come è cambiato il business del turismo con le tecnologie digitali?
«Oggi la sfida del turismo si gioca quasi esclusivamente online: gran parte delle persone si prenota direttamente la vacanza dallo smartphone e anche gli operatori del settore devono adeguarsi. Le scuole alberghiere oltre a formare camerieri, dovrebbero insegnare a gestire al meglio le piattaforme di prenotazione.
Cosa ne pensa della manovra economica?
«Abbiamo scampato la rimodulazione dell'Iva e quella proposta che prevedeva di paragonarci a tartufi: ma non siamo tuberi! Il turista di lusso va preservato, non tartassato, perché porta benefici alle città che visita».
Concorda con l'iniziativa del governo tesa a premiare i pagamenti con carte di credito a scapito del contante?
«Ben vengano i pagamenti elettronici per evitare l'evasione (gli alberghi lavorano già in gran parte con le carte di credito) ma bisogna ridurre le commissioni altrimenti la misura diventa solo un modo per finanziare le banche».
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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