Veneto terzo per contagi con più malati ricoverati «Ma resta in zona bianca»

Giovedì 5 Agosto 2021
IL BOLLETTINO
VENEZIA Veneto al terzo posto in Italia, dopo Sicilia (808) e Lombardia (806), per incremento dei contagi: nelle ultime ventiquattr'ore ci sono stati 779 nuovi casi di positività al coronavirus, rilevati attraverso l'esecuzione di 38.870 tamponi, con una incidenza del 2 per cento. È un dato alto, ma che non compromette la colorazione della regione: «Tranquillizziamo i veneti: alla luce dei nuovi parametri, noi restiamo in zona bianca», ha detto il governatore Luca Zaia. Va detto che i contagi sono in aumento in tutta Italia: quelli registrati nelle ultime 24 ore nell'intero Paese sono 6.596 (martedì erano stati 4.845) per un numero maggiore di tamponi, pari a 215.748, il che porta il tasso di positività al 3,1% dal 2,3% dell'altro giorno.
I NUOVI CRITERI
Ma se i contagi aumentano, perché il Veneto resta bianco? I parametri per la classificazione delle regioni sono cambiati, proprio su spinta degli enti territoriali: a contare adesso sono soprattutto le ospedalizzazioni, non il numero dei positivi al Covid. «Si è visto - ha rimarcato con soddisfazione Zaia - che non era un atto delinquenziale chiedere una modifica dei parametri. Con quelli precedenti noi oggi saremmo tranquillamente in zona arancione, avremmo già i negozi chiusi. Perché saremmo passati già prima in zona gialla, e se ci fosse ancora il parametro Rt, con 700-800 contagiati al giorno, saremmo schizzati in zona arancione, con le chiusure, ma allo stesso tempo con gli ospedali pressoché vuoti. Non siamo scienziati, ma abbiamo fatto il bene della comunità».
Benché al terzo posto a livello nazionale per numero di contagi, il Veneto non ha visto aggravarsi la situazione ospedaliera. È vero che le persone attualmente positive, cioè in quarantena, sono 12.980, vale a dire il doppio di qualche settimana fa, però è altrettanto vero che i ricoveri nelle terapie intensive sono rimasti invariati: 19. Leggero, invece, l'aumento dei pazienti nelle aree mediche non gravi: a ieri erano 169 (+9). Se però si tornasse alla situazione dello scorso inverno, quando i malati di Covid venivano spesso intubati, le rianimazioni andrebbero in sofferenza visto che già ora ci sono 347 pazienti non Covid ricoverati nelle terapie intensive. Di qui l'invito a vaccinarsi: il siero non esclude il contagio, ma salva quasi sempre dalle complicazioni più gravi.
NO-VAX
Intanto in Veneto l'assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha affrontato con le organizzazioni sindacali la questione dei sanitari non vaccinati. In alcune Ulss sono già partite le sospensioni del personale, in altre si sta attendo la verifica da parte delle apposite commissioni. «Due settimane fa - ha detto Lanzarin - i sanitari non vaccinati erano 17.542, adesso di questi ce ne sono 1.224 che hanno preso appuntamento per avere la somministrazione».
IL PD
E il Pd veneto ha presentato una mozione sulla mancanza di medici. «In Veneto - hanno detto Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Francesca Zottis e Andrea Zanoni - sono ben 562 le zone carenti. Serve un intervento a livello nazionale, ma la Regione può e deve fare di più, investendo risorse per incentivare la professione nelle zone disagiate e favorire le forme associative».
Al.Va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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