Veneto, risalgono i contagi «Ristoranti aperti a pranzo perchè non anche a cena?»

Giovedì 25 Febbraio 2021
LA GIORNATA
VENEZIA Una fiammata. L'allarme lanciato l'altro ieri dal governatore Luca Zaia e dal direttore della Sanità Luciano Flor sull'improvviso aumento dei ricoveri in Veneto - più quarantasei tra domenica e lunedì, con pazienti in condizioni «impegnative» - pare essere rientrato. Il bollettino di ieri sera, tra ricoveri e dimissioni, ha dato infatti un saldo negativo: 1.239 posti letto occupati nelle aree non critiche, vale a dire 3 posti letto in meno rispetto al giorno precedente. E in calo sono risultati anche i ricoveri nelle terapie intensive, dove ora sono in cura 133 pazienti (-6). Preoccupa, invece, l'aumento dei casi positivi: nelle ultime ventiquattr'ore ne sono stati trovati altri 1.167, per un totale dall'inizio della pandemia di 329.575 casi di contagio. Tutto questi mentre il numero delle vittime si sta avvicinando a quota diecimila: la triste conta dei morti ieri sera ha dato un totale di 9.780, di cui 22 nell'ultima giornata. E mentre i tamponi hanno superato i 7 milioni, l'incidenza dei casi positivi sul numero di tamponi eseguiti (ieri 39.954) è del 2,24%.
LE MISURE
Con dati di questo tenore c'è da aspettarsi una stretta? La Regione cosa chiederà al tavolo nazionale in vista del nuovo Dpcm? «Le prossime ore sono cruciali per affrontare il tema del prossimo decreto - ha detto il presidente della Regione -. Si intravede un cambio di passo, perché ci confronteremo direttamente con il governo e non avremo il last minute». E annunciando l'incontro in programma stamattina con il ministro agli Affari regionali, Mariastella Gelmini, Zaia ha detto di aspettarsi sul tavolo una prima bozza del testo: «Le nostre posizioni sono chiare: uno speaker per tutti, che difenda le tesi della comunità scientifica. Si evitino dibattiti tra scienziati che disorientano i cittadini e alimentano leggende metropolitane. Non siamo contro la libertà di opinione, ma davanti a posizioni estreme non possiamo non accettare un'informazione validata e concordata dalla maggioranza degli scienziati».
LE RICHIESTE
Nell'incontro di oggi con il Governo in vista del nuovo Dpcm cosa chiederà Zaia? «Come Veneto - ha detto il presidente - si chiede che le eventuali restrizioni decise a livello regionale siano validate dalla comunità scientifica e abbiano l'intesa del ministero della Salute. Questo è fondamentale perché gli operatori economici possano poi accedere ai ristori. Perché ogni azione deve avere dei ristori e provviste finanziarie a sostegno delle conseguenze restrittive. Quando io ho chiuso le medie e grandi strutture di vendita, poi abbiamo avuto un plafond per gli indennizzi, ma non sono stati puntuali». Anche sui ristori Zaia si aspetta un cambiamento: «Spero siano riferiti al fatturato. Conosco il ministro Franco, spero possa agire in questo senso. Certo, questo Paese dovrà votare altri scostamenti per pagare i danni subiti dalle aziende».
EQUITÀ
E poi c'è il tema della perequazione, dell'eliminazione cioè delle discriminazioni. «Se ci sono le condizioni epidemiologiche - ha premesso il governatore - ci possono essere degli allentamenti». E qui Zaia ha citato i ristoranti: «Se sono aperti a mezzogiorno non si capisce perché non possano esserlo alla sera. Anche per le palestre, non si capisce quale sia la logica per cui sono chiuse e altre attività invece sono aperte». Ed è tornato a proporre il tampone fai-da-te: «Se avessimo la diagnostica rapida per il cittadino, comunque sarebbe un tampone fatto, ci aiuterebbe a gestire la fase di screening e l'approccio delle varie aperture. Meglio un ristorante aperto alla sera con il fai da te all'ingresso, che uno aperto a pranzo che non ce l'ha».
Al.Va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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