Veneto, pochi contagi per chiudere le scuole Ma si teme l'arancione

Mercoledì 3 Marzo 2021
LA GIORNATA
VENEZIA Luca Zaia chiuderà le scuole? Al momento, il Veneto non rientrerebbe in nessuno dei 4 casi previsti dal nuovo Dpcm di Mario Draghi per interrompere le lezioni in presenza e tornare alla dad, la didattica a distanza. Ossia: 1) il Veneto non è in zona rossa (nel qual caso la chiusura è automatica); 2) tranne le quattro scuole chiuse nel Padovano, il Veneto non ha aree in cui siano state adottate misure più stringenti per via della gravità delle varianti; 3) il Veneto non ha zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell'arco di 7 giorni; 4) è vero che il bollettino quotidiano sta registrando variazioni della situazione anche ospedaliera, ma al momento non si registra una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico. Quanto al numero dei contagi, agli statistici del Dipartimento Prevenzione della Regione Veneto risultano 142 contagi ogni 100mila abitanti nell'arco settimanale. Quindi, ben al di sotto della soglia di 250 decisa dal Comitato tecnico scientifico nazionale.
LE OBIEZIONI
Fatto sta che il nuovo decreto affida ai presidenti delle Regioni in zona gialla e arancione la facoltà di chiudere le scuole, mentre i governatori - da quanto emerso nell'incontro con la cabina di regia - avrebbero sollevato varie obiezioni, con in testa il presidente della Puglia Michele Emiliano che avrebbe chiesto che sia il governo a disporle. Il presidente del Veneto Luca Zaia durante la riunione avrebbe contestato il parametro dei casi per abitante, sottolineando che penalizza le regioni che fanno più tamponi. Ieri, per esempio, in Veneto sono stati effettuati 47.712 tamponi (12.397 molecolari e 30.315 rapidi antigenici) che hanno consentito di trovare 1.228 positivi per una incidenza del 2,87%. Il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini avrebbe invece evidenziato la necessità di prevedere un bonus per le famiglie che lavorano e avranno i bambini a casa.
L'OPPOSIZIONE
E sulla autonomia regionale nel disporre o meno la dad, ieri è intervenuto il gruppo consiliare veneto del Pd: «Una scelta di responsabilità che non dovrebbe trovare la contrarietà di chi, come il presidente Zaia, ha sempre rivendicato autonomia - ha detto il capogruppo Giacomo Possamai, assieme a Vanessa Camani, Francesca Zottis, Andrea Zanoni, Anna Maria Bigon e Jonatan Montanariello -. A Zaia, con altrettanto senso di responsabilità e nell'auspicio che non ci si debba trovare nella condizione di superamento del parametro, vogliamo ribadire l'idea che la chiusura delle scuole deve rappresentare l'extrema ratio».
DECLASSAMENTO
Ma il Veneto resterà in zona gialla o sarà retrocesso in arancione? Il bollettino di ieri ha registrato un'altra impennata di contagi (+1.253), ancora vittime (+20) e ancora ricoveri: 15 pazienti in più nelle aree non critiche (in tutto 1.198) e 8 in più nelle terapie intensive (totale 151). La preoccupazione è che il combinato disposto dei 21 criteri che vengono settimanalmente presi in considerazione per l'attribuzione dei colori porti il Veneto in arancione. Si vedrà venerdì. Va detto che il Veneto, dopo Lombardia e Veneto, è una delle regioni con la maggiore diffusione della variante inglese che contagia soprattutto i giovani.
PROFILASSI
Capitolo vaccini, il report di ieri sera della struttura commissariale mette il Veneto sempre agli ultimi posti della classifica nazionale quanto a dosi somministrate: con 355.204 iniezioni sulle 543.140 ricevute, la percentuale adesso è del 65,4%. Un terzo delle dosi ricevute è sempre accantonata per garantire i richiami, anche se ci sono Regioni con percentuali più alte (Campania 77%, Toscana 75%, record assoluto la Valle d'Aosta 86% e Bolzano 83%). L'assessore Manuela Lanzarin, che ieri ha sostituito Zaia, impegnato nel confronto con il Governo, nel consueto punto stampa a Marghera, ha confermato che dall'8 marzo inizieranno le vaccinazioni ai centenari: «Per chi non potrà recarsi in ambulatorio ci attiveremo con le squadre speciali Usca e, se raggiungeremo l'accordo nell'incontro che avremo a fine settimana, con i medici di medicina generale». Il piano vaccinale contempla anche le prime tre categorie di persone fragili: i malati oncologici (circa 20mila), i malati di fibrosi cistica (circa 500) e i trapiantati e in attesa di trapianti e i loro familiari (circa 5mila). «Il problema dei conviventi o di chi assiste anziani e disabili - ha detto l'assessore - è un problema concreto che abbiamo posto e spero avremo a breve delle risposte».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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