Veneto, il contagio raddoppia Prima bimba trovata positiva

Giovedì 27 Febbraio 2020
IL QUADRO
VENEZIA Nel Veneto che piange due vittime, Adriano Trevisan e Luciana Mangiò, il coronavirus non risparmia nemmeno i bambini: ai sette casi di contagio di minorenni registrati in Lombardia, ieri si è aggiunto quello nel Padovano. Si tratta di una bambina di 8 anni, abitante a Curtarolo, parente del paziente di Limena, risultata positiva al tampone ma che non presenta alcun sintomo, né febbre né tosse. Dovrà restare a casa, in quarantena, i suoi compagni di classe saranno tenuti in osservazione, mentre la scuola dovrà rimanere chiusa fino al termine del periodo di incubazione della malattia. Intanto sono saliti a 87 i casi di contagio nella regione. E sono aumentati anche i cluster, cioè i gruppi di pazienti riconducibili allo stesso focolaio. Ma, soprattutto, è stata accertata una correlazione tra il focolaio lombardo di Lodi e quello veneto di Vo': Walter Ricciardi, membro italiano del Comitato esecutivo dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e consulente del ministro della Salute, ha detto che esiste una relazione fra le due aree infettate. «Si tratta di un'ipotesi già accertata».
I DATI
L'ultimo bollettino di martedì dava 45 casi di contagio. Ieri i bollettini sono stati tre e nell'arco di dieci ore, dalle 6.30 alle 11 e poi alle 16.30, c'è stata una escalation: 58 casi, poi 71, infine 87. Il focolaio più consistente resta quello di Vo', il Comune di 3.400 anime in provincia di Padova che da lunedì scorso è off limits, nessuno può entrare, nessuno può uscire. Lì le persone risultate positive al Covid-19 sono 42, ma più della metà, 24, non sono ricoverate. Va detto che ai cluster di Vo', Dolo e Venezia, ieri si sono aggiunti quelli di Limena e Treviso: segno che il virus ormai è dappertutto e non è escluso che altri focolai possano essere accertati. Ci sono infatti altri 9 pazienti ancora da associare a un gruppo di contagio, di cui due ricoverati all'ospedale All'Angelo a Mestre. Complessivamente tra i contagiati le persone attualmente non ricoverate sono 51. Un secondo paziente positivo al coronavirus, dopo la donna mandata a casa martedì, è stato dimesso ieri e posto in isolamento fiduciario a domicilio. Si tratta di una persona del cluster di Vò che era risultato positivo al test il 22 febbraio scorso, il giorno dopo la morte di Adriano Trevisan, quando è esplosa l'emergenza sanitaria.
TAMPONI
Dopo aver superato solo in Veneto quota 4mila tamponi sul totale nazionale di 9.462, il nuovo orientamento è di limitare il test a chi presenta i sintomi e cioè febbre alta, tosse forte, difficoltà respiratorie. «Perché - ha detto il presidente della Regione, Luca Zaia - con questo eccesso di zelo, facendo tamponi a chiunque, anche a chi sta bene, andiamo a ingolfare il sistema. Un riallineamento alle linee guida è fondamentale, ma so che il ministro si sta già dando da fare». Intanto il ministro della Salute Roberto Speranza, nell'informativa urgente alla Camera resa ieri sera, ha detto che esiste un collegamento tra il Lodigiano e il Padovano: «I primi riscontri evidenziano che in Italia si sono sviluppati due focolai, che inizialmente sembravano distinti, ma che poi si sono dimostrati connessi, uno in Lombardia, più vasto, e un altro puntiforme in un piccolo comune del Veneto».
I DANNI
Intanto i rappresentanti di tutte le categorie economiche di Padova hanno scritto al premier Giuseppe Conte per chiedere che le agevolazioni fiscali previste dal Governo per le aree colpite dal problema siano estese a tutta la regione. «Le preoccupazioni del mondo dell'economia e dell'imprenditoria veneta di fronte a questa emergenza - ha detto Zaia - sono le nostre preoccupazioni, le mie personali e voglio credere siano anche quelle di tutti. Questa comunità non può vedere minacciato il suo più grande valore: l'impresa, forse il più identitario della nostra gente tra quelli nati dal sacrificio». Il vero problema è impedire «che i nostri competitors internazionali si gettino come avvoltoi su una bestia ferita come ora può apparire a qualcuno l'economia veneta. Basta vedere cosa sta avvenendo con il turismo, la nostra prima industria con 18 miliardi di euro di fatturato, e la campagna di discredito ai confini della diffamazione sul piano internazionale».
ASSUNZIONI
Intanto la Regione ha disposto l'assunzione immediata a tempo indeterminato per 215 figure professionali della sanità, per far fronte ai maggiori carichi di lavoro legati all'emergenza coronavirus. Si tratta di 100 infermieri professionali, 80 operatori sociosanitari, 20 assistenti sanitari, 10 tecnici e 5 autisti.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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