Vaccinazioni-bis, famiglie deluse

Martedì 25 Aprile 2017
Vaccinazioni-bis, famiglie deluse
Quaranta bambini per giorno. E quattro date: 24, 28 aprile, 2 e 6 maggio. Alla Madonnina ieri sono iniziate le vaccinazioni straordinarie programmate dalla Usl 2 dopo il caso dell'addetta sanitaria infedele che avrebbe simulato di vaccinare oltre cinquecento minori, molti dei quali risultati poi, a distanza di un anno, scoperti. Per loro un servizio dedicato con due sportelli informazioni, un indirizzo mail (puntounicovaccinazioni@ulss2.veneto.it) e un numero (0422.323866) che risulta però sempre occupato, motivo per cui genitori e nonni si sovrappongono agli appuntamenti e alle normali sessioni di vaccinazione creando qualche disguido.
«Abbiamo incaricato un legale di parlare per conto della Uls - spiega il direttore generale Francesco Benazzi- sarà quindi l'avvocato Fabio Crea a dare ogni informazione». Il responsabile dei servizi di vaccinazioni, il dottor Giovanni Gallo, fa la spola dal primo al secondo piano. «Settimana difficile, siamo molto sotto stress. Però voglio tranquillizzare le famiglie: a tutti i bambini su cui abbiamo sospetti è stata inviata comunicazione». La vaccinazione bis costerà altri 50mila euro. Che, uniti al primo turno, fanno 100mila a carico della sanità trevigiana. «Ho visto con i miei occhi che ha fatto l'iniezione. Però, secondo me non ha messo tutto il vaccino nella siringa» spiega una signora richiamata. «Anch'io sono vittima - le fa eco un giovane medico, la cui figlia è rientrata tra i casi scoperti - per fortuna ora la cosa si risolve». Tra i primi bambini convocati ieri anche uno dei piccoli cui in aprile era stato richiesto un nuovo prelievo. «Pensavamo fosse un test per ottimizzare le analisi alla Madonnina - accusa la madre - invece eravamo un gruppo campione per smascherare l'addetta: così abbiamo appurato che mia figlia era scoperta per morbillo e pneumococco».
Emergenza finita, dopo un mese di ansia. Perchè a non essere digerite dalle famiglie sono state le modalità. «Non ci hanno detto nulla: ci hanno inviato una lettera in cui si chiedeva di ripetere l'esame del sangue per testare l'efficacia vaccinale». Un test di efficienza, ha pensato la mamma. «Immaginavo fosse un nuovo servizio offerto dall'azienda sanitaria per migliorare le prestazioni». Poi i sospetti. «Dopo 15 giorni ancora non avevamo ricevuto gli esiti dell'esame. Fatto insolito in una Usl così rapida». Infine, il 1 aprile, la signora ha ricevuto una chiamata dall'azienda sanitaria in cui le è stata spiegata in toto l'emergenza. «Ricordo perfettamente la vaccinazione - commenta la donna - Le dico con sicurezza che lei un po' di iniezione l'ha fatta. Però, secondo me, non ha messo tutto il vaccino nella siringa».
Ma l'emergenza non riguardava solo i vaccini. Così anche ragazze adolescenti sono state richiamate. È il caso di una quattordicenne africana che arriva con la mamma. «Abbiamo il dubbio che un nostro operatore abbia eseguito in modo incompleto alcune vaccinazioni - si legge nella lettera inviata - Non abbiamo quindi la certezza che suo figlio sia stato correttamente vaccinato contro difeterite-tetano-pertosse-polio». Agitata, anche per le difficoltà linguistiche, la donna vuole saperne di più. «Ho sentito dell'infermiera che vaccinava per finta i bambini, ma credevo il problema fosse solo per i piccoli». Invece no, c'erano anche i richiami.
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