Uruguay, può tornare libero per un cavillo l'Escobar italiano

Domenica 24 Giugno 2018
IL PERSONAGGIO
Un mammasantissima del narcotraffico mondiale è in procinto di lasciare il carcere, per un pasticcio giudiziario. Si tratta di Rocco Morabito, 52 anni, indicato dagli inquirenti come il Pablo Escobar italiano arrestato in Uruguay dopo un lungo periodo di latitanza.
Dopo la cattura, avvenuta a Montevideo, la Procura generale di Reggio Calabria aveva chiesto la consegna del boss, ma la sentenza di estradizione del giudice uruguagio non è arrivata entro i termini di legge, così ora il detenuto è pronto a riprendersi la sua libertà. Il legale ha presentato richiesta di scarcerazione all'autorità competente, sostenendo che il temine per decidere sull'estradizione del suo assistito è già scaduto. L'Interpol è stata subito informata, la notizia è giunta anche al Viminale. A destare allarme è soprattutto la caratura criminale del detenuto, un big della mafia calabrese in grado di negoziare con i cartelli sudamericani fiumi di coca da piazzare in tutta Europa. La sua latitanza, durata 23 anni, sarebbe stata protetta a lungo da amicizie altolocate e dai servizi di sicurezza. Di tanto in tanto, telefonava per curare i suoi affari, ma non è stato mai localizzato. «È un caso che continuiamo a monitorare. Siamo costantemente in contatto con il ministero dell'Interno e con l'ambasciata italiana in Uruguay», ha tagliato corto il procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri.
Tutto inizia lo scorso settembre, con la polizia sudamericana che fa irruzione in una lussuosissima suite all'ultimo piano di un hotel nel cuore di Montevideo, mettendo fine alla latitanza dorata del narcos originario di Africo, in Calabria. Quando piombano nella sua sontuosa stanza, dopo avere identificato la compagna, un'angolana con passaporto portoghese, gli agenti dell'Interpol trovano una pistola, dieci cellulari e un piccolo tesoretto, 54 mila dollari in contanti. Per il boss, soprannominato Mamma coca, scatta subito la richiesta di estradizione. «L'uomo spiegano oggi gli investigatori è stato catturato in collaborazione con gli agenti dell'Interpol, al termine di un'attività di intelligence. È stato un lavoro investigativo duro e faticoso hanno aggiunto gli inquirenti - avevamo di fronte un esponente di vertice della ndrangheta». Il resto, è storia di qualche mese fa: dopo essere stata accolta in primo grado, l'istanza di estradizione presentata dalle autorità italiane è stata impugnata davanti al giudice di secondo grado, che non si è ancora pronunciato.
Il dossier, ieri, è approdato alla Corte uruguagia del crimine organizzato. I legali di Rocco Morabito, gli avvocati sono certi di ottenere la liberazione del loro assistito, ma i magistrati lottano contro il tempo per scongiurarla. Le autorità italiane attendono l'uomo per fargli scontare la pena in carcere, ma per lui ora potrebbe prospettarsi l'ennesima possibilità di fuga.
Ilario Filippone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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