Una scorta per le urgenze E dosi solo per fasce d'età

Sabato 6 Marzo 2021
LO SCENARIO
ROMA La campagna vaccinale è solo all'inizio, ma le differenze tra le regioni sono già fin troppo nette. Spiccano se si guarda alle categorie che vengono vaccinate sulla base di un fin troppa generica attribuzione del requisito di «servizio essenziale» che ora lascia il passo a quello anagrafico.
VERTICE
Una disparità che rischia di deflagrare nel giro di qualche settimana quando le dosi di vaccino arriveranno in grandi quantità rischiando di aumentare quel divario che le percentuali di somministrazione già evidenziano. Un nodo emerso con evidenza nella riunione che i ministri Gelmini e Speranza hanno avuto con le regioni guidate dal presidente Bonaccini. Presenti anche il commissario all'emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo, e il presidente della Protezione Civile Fabrizio Curcio che poi si sono recati a palazzo Chigi per incontrare il presidente Draghi che venerdì visiterà a Roma un centro vaccinale e il 18 andrà a Bergamo.
Un confronto necessario per rendere più efficiente la campagna di vaccinazione affidata al generale Figliuolo che, come previsto nel Dpcm, potrà disporre delle Forze Armate e «può avvalersi, previa intesa con lo Stato maggiore della Difesa, di specifiche professionalità militari, degli assetti sanitari e logistici». Una ricognizione necessaria per trovare i meccanismi che consentano di allineare tutte le regioni che riceveranno i prossimi quantitativi di vaccini non sulla base delle categorie essenziali da proteggere, ma in percentuale alla popolazione. Una richiesta da tempo avanzata dal presidente della Campania De Luca alla quale si è anche deciso di unire un meccanismo di intervento nei territori che, per quantità o per meno disponibilità di medici e specializzandi, potrebbero faticare nelle vaccinazioni. Figliuolo potrà trattenere una percentuale dei vaccini in arrivo e, disponendo delle Forza Armate e della Protezione Civile, potrà predisporre interventi a supporto o in aree del Paese dove maggiori sono i rischi di una recrudescenza della pandemia.
Abbandonato il criterio delle vaccinazioni per categorie e deciso che si procederà con le fasce di età, resta il problema dei disabili, proposto dalla ministra Gelmini, e quello degli operatori scolastici avanzato dal ministro dell'Istruzione Bianchi. Questo ultimi seguiranno il percorso vaccinale della regione dove lavorano e non dove risiedono. Resta invece ancora il sospeso il tema delle scorte vaccinali anche l'utilizzo di quel 30% messo da parte dalle regioni per la seconda dose potrebbe essere autorizzato appena si avrà certezza sulla prossima fornitura. Molto meno convinta l'adesione del governo al possibile utilizzo del vaccino russo. L'Agenzia europea del farmaco ha iniziato la procedura, ma la Commissione Ue continua ad escludere che possa essere inserito nel portafoglio vaccinale Ue dal quale l'europeista Draghi è intenzionato ad attingere.
OVER 65
Accelerazione e semplificazione della campagna vaccinale saranno assicurate la prossima settimana quando, come ormai appare scontato, su richiesta del ministro Roberto Speranza, sarà eliminato il limite dei 65 anni per il vaccino di AstraZeneca. Il professor Gianni Rezza (direttore della Prevenzione del Ministero della Salute) conferma: ««Sul vaccino AstraZeneca, sebbene Ema avesse detto che ci sono ottimi dati fino ai 55 anni e non abbiamo ragione di dubitare che tra i 55 e 65 anni perda efficacia, abbiamo pochi dati per le fasce successive. Poi gli studi osservazionali hanno permesso di verificare che l'efficacia era buona anche per l'età superiore. Quindi, per questo vaccino le indicazioni all'uso si stanno modificando: i tedeschi e i francesi hanno deciso di utilizzarlo anche per le età superiori». Tre vaccini senza limiti di età (Pfizer, Moderna e AstraZeneca), più un quarto in arrivo (quanto meno per quanto riguarda l'autorizzazione) la prossima settimana, Johnson&Johnson, renderanno più agile l'organizzazione e consentiranno di raddoppiare le vaccinazioni giornaliere in fretta, rispetto alle 180 mila di ieri. Nel nuovo dpcm è confermato che il generale Figliuolo per il piano vaccinale potrà disporre delle Forze Armate. Le Regioni con Speranza hanno sollevato un problema: l'accordo con i medici di base non sta funzionando ovunque allo stesso modo, in troppi si stanno tirando indietro.
Marco Conti
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci