Umbria, Rousseau dice sì all'alleanza con i dem Verso l'intesa su Di Maolo

Sabato 21 Settembre 2019
LA GIORNATA
ASSISI La città di frate Francesco benedice l'intesa in Umbria tra Pd e M5 attraverso il nome di Francesca Di Maolo, presidente dell'Istituto Serafico di Assisi - una struttura che si occupa di bambini disabili. E' lei la donna andata in pole position tra i candidati presidente della coalizione rossogialla alle Regionali del prossimo 27 ottobre.
C'è anche il voto sulla piattaforma Rousseau a suggellare l'intesa: i sì al patto civico nel Cuore verde arrivano al 60,9 per cento. In Umbria si vota in anticipo dopo che lo scandalo sui concorsi all'ospedale di Perugia, innescato da una denuncia dei pentastellati, ha decapitato Pd e giunta regionale a guida dem. Ma l'accordo si può fare.
LE TAPPE
Due tappe hanno scandito la giornata di Luigi Di Maio ieri in Umbria. La prima ad Assisi. Un faccia a faccia con il sindaco Stefania Proietti alle 16, in una stanzetta riservata di Palazzo Vallemani, a due passi dalla Basilica Superiore. Letto l'intervento dedicato alla Libia, in qualità di ospite degli incontri del Cortile di Francesco organizzati dai francescani, Luigi Di Maio sveste i panni di ministro degli Esteri e torna ad indossare gli abiti di capo politico. «Dobbiamo cambiare», spiega alla sindaca Proietti che lui stesso in mattinata aveva indicato come candidata per l'Umbria. Il Pd continua a dire «no» a quella soluzione, quindi per arrivare ad un accordo serve un altro nome. Un nome in grado di far cadere pure l'altro candidato civico, Andrea Fora (ex presidente di Confcooperative Umbria), quello difeso per settimane dei dem e che ha già tappezzato mezza Umbria con i suoi faccioni.
È Stefania Proietti a fare quel nome: Francesca Di Maolo. Tra le due donne i rapporti sono ottimi da molto tempo. La stessa Proietti, tre anni fa, al momento di formare la sua giunta aveva pensato proprio all'avvocato di formazione cattolica, molto attiva nel sociale e con curriculum da buon amministratore. La Di Maolo è già stata allertata.
In serata arriva la seconda tappa umbra di Luigi Di Maio. È la sala riunioni di un hotel alla periferia di Perugia, lungo la superstrada che riporta le auto blu in direzione di Roma. Accanto al capo politico siede il suo uomo di fiducia in Umbria: il consigliere regionale Andrea Liberati. Dall'altra parte del tavolo c'è Francesca Di Maolo. Il colloquio dura poco. I tempi sono stretti e l'intesa va chiusa rapidissimamente. L'incontro è cordiale e si conclude con sorrisi e strette di mano.
Può essere Francesca Di Maolo la guida della coalizione rossogialla in Umbria, voluta tanto da Di Maio quanto da Zingaretti.
I Cinquestelle esultano: «Molto bene il risultato su Rousseau. Ora chiudiamo sul nome del candidato presidente e liberiamo l'Umbria dalla sola politica. I partiti facciano un passo indietro e gli umbri facciano un passo in avanti».
Anche Zingaretti stringe: «Ci sono le condizioni per una forte candidatura unitaria».
Potrebbe davvero toccare alla presidente del Serafico sfidare in Umbria il centrodestra che schiera un'altra donna, scelta Matteo Salvini: la senatrice del Carroccio Donatella Tesei, ex sindaco di Montefalco, il paese del vino Sagrantino.
LA TRATTATIVA VA AVANTI
In serata il nome della Di Maolo corre rapido tra i parlamentari, quelli del Pd quelli del M5S, anche i papabili candidati confermano: «Ci siamo».
Poi però qualcosa s'inceppa di nuovo e arriva la frenata da parte dei grillini. «La trattativa con il Pd va avanti, ma non c'è ancora il candidato presidente», fanno sapere fonti del Movimento 5 Stelle. Oggi il commissario del Pd Walter Verini riunisce i suoi ed entro sabato prossimo vanno presentate le liste.
Italo Carmignani
Federico Fabrizi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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