Ue, il gelo di von der Leyen sull'Italia: mai fatte promesse sul commissario

Martedì 23 Luglio 2019
IL CASO
ROMA «Sono stati formulati auspici, ma non può esser fatta nessuna promessa fino a quando tutto lo schema non sarà completato». La frenata della von der Leyen è fragorosa ma non inattesa.
IL PIACERE
La neo presidente della Commissione europea, in un colloquio con lo Spiegel, nega di aver promesso alcunché in termini di posti in Commissione o finanziari nei prossimi bilanci pluriennali dell'Unione ai governi di Polonia, Ungheria o Italia per assicurarsene i voti al Parlamento europeo così da essere eletta presidente della Commissione. «Sono stati formulati auspici, ma non può esser fatta nessuna promessa fino a quando tutto lo schema non sarà completato», ha aggiunto l'ex ministra tedesca che ancora attende che dall'Italia arrivi il nome del possibili commissario Ue.
Comporre il puzzle con i ventotto commissari, che poi dovranno essere sottoposti al voto del Parlamento europeo, non é facile. Il governo italiano si attende la delega alla Concorrenza e Giuseppe Conte lo ha ripetuto più volte, ma incastrare competenze e deleghe, rispettando il criterio del peso di ciascuno Paese, è complicato. Alla presa di distanza della von der Leyen ha immediatamente replicato Matteo Salvini, leader del partito che dovrebbe indicare il commissario italiano: ««Non ho mai avuto il piacere di parlare con la presidente della Commissione europea, non penso e spero che non abbia pregiudizi politici. Se devo fare un esempio - aggiunge Salvini - il gruppo dei Verdi, che le ha votato contro, ha rivendicato 4 commissari. Che all'Italia spetti un commissario importante è nei fatti, sarebbe triste agire contro un popolo per scelte politiche fatte a tavolino».
LA VIA
Resta il fatto che l'Italia non ha indicato ancora il nome e la scelta non è ininfluente rispetto alla spartizione delle deleghe. C'è tempo sino a fine agosto, ma arrivare troppo tardi potrebbe non aiutare. Il risultato elettorale di maggio ha dato una grande spinta al Carroccio, ma a Bruxelles il gruppo della destra sovranista è rimasto a bocca asciutta e ora tentare di recuperare delle posizioni potrebbe non essere facile. «Io non ho mai sentito promesse fatte a nessuno, non lo so, non ho rapporti con lei, non so che promesse abbia fatto ad altri», sostiene il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, interpellato ieri a Istanbul dall'Ansa sulle parole di Ursula von der Leyen.
Resta il fatto che l'isolamento della Lega in Europa non aiuta Conte a spuntare una delega di rilievo, anche perché tutti i commissari dovranno poi superare il giudizio dell'aula dove vive una maggioranza europeista che ha già negato al gruppo della destra, composto dalla Lega e dagli europarlamentari di Marine Le Pen, anche la presidenza delle commissioni.
Svanita la candidatura del sottosegretario Giancarlo Giorgetti, Salvini è ora alla ricerca di un nome di area centrodestra. L'idea di orientarsi però su un tecnico, e non su un politico, non piace però al M5S che ieri l'altro ha ricordato all'alleato l'impegno che si è assunto dopo le elezioni di maggio contestando l'idea del tecnico.
Ma.Con.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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