Ucciso dal muletto per un gioco estremo

Martedì 18 Settembre 2018
LA TRAGEDIA
VENEZIA Sono entrati nel cantiere chiuso per praticare il parkour, quella disciplina metropolitana che consiste nel superare gli ostacoli urbani con i salti e le acrobazie. E da quel tipo di performance atletica sono poi passati ad un altro tipo di evoluzione estrema, troppo pericolosa per due tredicenni: mettersi al volante di un muletto capace di sollevare quintali di peso, che purtroppo si è capovolto sopra ad uno di loro. Così Cristiano Lucchini, 13 anni, veneziano di Castello, ha perso la vita domenica sera nel cantiere Boscolo Bielo alla Marittima di Venezia: schiacciato da quel macchinario che aveva provato a guidare per gioco, sotto gli occhi dell'amico fraterno di appena 10 mesi più grande, che ha assistito alla terribile scena. Doveva essere una bravata e niente di più, forse una sfida, come quella del parkour che appassionava i due adolescenti. Forse il denominatore comune sono i social network. Tanto che i cellulari dei due ragazzini sono stati posti sotto sequestro per verificare se vi siano dei filmati, girati da loro, che testimoniano le prodezze di quel pomeriggio: prima saltando le cataste di mattoni, poi in sella al macchinario che ha causato l'incidente mortale. Giochi che hanno caricato i due tredicenni di adrenalina, quella legata all'avventura e al rischio del proibito, ma che si sono trasformati in tragedia. Lo avevano già fatto in passato, di entrare furtivamente nel cantiere, e domenica pomeriggio hanno scavalcato la recinzione del deposito edile per due volte, in orari diversi.
L'INDAGINE E I FILMATI
La Procura ha aperto un fascicolo sull'incidente mortale, il sostituto procuratore Andrea Petroni ha disposto il sequestro del cantiere per permettere di svolgere i rilievi. Cantiere che oggi potrebbe però già essere riaperto, per tornare alla sua normale attività, ad eccezione del muletto che invece sarà sottoposto ad una perizia. Le indagini sono condotte dal Nucleo di Polizia giudiziaria della Polizia municipale di Venezia. Molto arriverà dai filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona, forse anche dai cellulari dei due ragazzini. A dare l'allarme è stata una donna che stava passando all'esterno del deposito e ha sentito le urla del ragazzino più grande. Una testimone che è stata già ascoltata dalle forze dell'ordine. I due sono entrati nel deposito alle 16 per saltare cataste di mattoni e cemento, poi sono usciti e rientrati alle 18, dopo essere passati a salutare il nonno di Cristiano, riuscendo ad accendere prima un muletto e poi un altro, ma dopo un paio di giri Cristiano Lucchini, che si trovava al volante, si è rovesciato ed è morto sul colpo. Una curva presa male, la pavimentazione sconnessa, per ora è ancora difficile stabilirlo. L'indagine si sta focalizzando su come i due adolescenti siano riusciti ad entrare in possesso delle chiavi per accendere il mezzo, e se queste fossero adeguatamente custodite. Una sola infatti, attiva più muletti a funzione elettrica. Chiave che i due avrebbero scovato in un cassetto del macchinario. Ieri la famiglia di Lucchini si è chiusa nel più stretto dolore e riserbo. L'amico fraterno era ancora in stato di choc.
L'AZIENDA
Lazienda Boscolo Bielo, specializzata in commercio e smaltimenti di materiali da demolizione, ha espresso le proprie condoglianze alla famiglia di Cristiano Lucchini. «Un pensiero di sostegno - spiega una nota dell'azienda - va anche all'amico che ha assistito a tutta la tragedia». Intanto è probabile che l'inchiesta valuti anche alcuni aspetti legati alla sicurezza dell'area, a cominciare dalla sua facile accessibilità sia da terra che dall'acqua.
Igor Petruccioli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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