L'assessore ai Trasporti del Veneto: «Tutti presenti a scuola? Per i mezzi pubblici sarà caos»

Lunedì 19 Aprile 2021 di Alda Vanzan
Studenti in attesa del bus
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Dice che è «una follia». Che pensare di far tornare il 100% degli studenti a scuola in presenza con la capienza dei mezzi pubblici al 50% creerà «solo caos». Avverte: «Nessuno osi dare la colpa alle Regioni». E attacca: «Ministero dell'Istruzione e ministero dei Trasporti non parlano tra loro, si devono almeno confrontare». Elisa De Berti, vicepresidente della Regione del Veneto e assessore ai Trasporti, non ha dubbi: «Sarà un caos, in tutta Italia».


Vicepresidente De Berti, da lunedì 26 aprile, tutti i ragazzi torneranno in classe. Come siamo messi con i trasporti pubblici?
«È letteralmente impossibile portare i ragazzi a scuola al 100% in presenza col 50% di capienza dei mezzi pubblici».


Non ci sono i tempi per organizzarvi?
«Qua non è questione di organizzarsi, tra l'altro ricordo che l'organizzazione è in capo ai prefetti.

Però: 100% di presenza con 50% di capienza è, non impossibile, ma da folli anche solo pensarlo. Semplicemente per un motivo: io oggi ho tutti gli autobus dispiegati nelle ore di punta e 500 autobus in più per garantire a 75mila ragazzi di andare a scuola, senza contare il trasporto pubblico locale».


Perché 500 bus in più?
«Perché sono 213mila i ragazzi delle superiori in Veneto, vanno a scuola - fino ad ora - al 50%, quindi, arrotondando, 100mila vanno in classe e di questi ce ne 75mila che usano i mezzi pubblici. Quindi, adesso per portare a scuola 75mila studenti sto utilizzando tutta la dotazione ordinaria del Tpl, il trasporto pubblico ordinario, più altri 500 pullman in tutta la regione».


I bus privati, però, non hanno la stessa capienza dei bus pubblici.
«Esatto. I bus privati non hanno i posti in piedi omologati, significa che su 50-52 posti se ne possono utilizzare 25-26, la metà dei posti dei bus Tpl».


Ma dal 26 aprile, come deciso dal governo, sparirà la dad e tornerà in classe il 100% degli studenti. La domanda è: ci saranno i mezzi pubblici per tutti?
«Per portare a scuola altri 75mila studenti devo andare sul mercato a reperire autobus aggiuntivi. Che però non ci sono. Faccio presente che alcune aziende di trasporto sono andate in Sicilia a prendere pullman perché qua non ce n'erano più. Ma se anche i pullman ci fossero, 75mila persone diviso 25 posti per pullman sono 3mila corse, ok? Posto che un autobus mi fa un viaggio di andata e uno di ritorno, vuol dire 1.500 autobus. Allora: io già ho 500, se non 600 autobus in più negli orari di punta, cioè dalle 6.30 alle 8 del mattino e da mezzogiorno mezzo alle 14 il pomeriggio, dal 26 aprile, se vanno a scuola tutti, sapete cosa dovrei fare?»

Cosa?
«Dovrei reperire altri 1.500 autobus. Non 750, ma 1.500 perché mi viaggiano a metà capienza e tra l'altro nelle ore di punta. Già a Verona e a Mestre si era dovuto fare il doppio turno a scuola perché c'erano problemi col traffico. Una follia, fol-li-a! È tecnicamente impossibile per numero di autobus da reperire e per compatibilità con i flussi di traffico in accesso alle città».


Però la decisione politica è stata di abolire la dad, lei non è d'accordo?
«Vogliono portare tutti i ragazzi a scuola? Bene, ma allora devono modificare la norma e stabilire che sugli autobus privati, quelli non omologati per il trasporto pubblico, vale il 100% dei posti disponibili da seduti. Come sugli aerei, come sui bus del Tpl».


Così, anziché 1.500 autobus, ne servirebbero solo 750, giusto?
«Esatto, ma sarebbero comunque lo stesso tanti. Si sta ripetendo lo stesso scenario dello scorso settembre. Però che nessuno venga a dire che è colpa delle Regioni perché non si sono organizzate. Il ministro dell'Istruzione e il ministro dei Trasporti si devono parlare! Sono da lì da un mese? Vero, ma i tecnici dei ministeri sanno bene quali sono le problematiche. Se si dice 50% della capienza del Tpl, è impossibile far andare a scuola i ragazzi con i mezzi pubblici. Oppure si dice: tutti i posti seduti e si arriva alla didattica in presenza fino a che è possibile, se riuscite ad arrivare al 60% arrivate al 60%, se riuscite al 70% bene, all'80 bene. Ma dire capienza dei mezzi pubblici al 50% e a scuola al 100% è follia».


Vicepresidente, ma con uno sforzo in più non ce la si può fare?
«Umanamente, con le condizioni che ci sono oggi, 1.500 autobus in più non possono essere reperiti. È tecnicamente impossibile».


Nel senso che non ci sono?
«Non ci sono. E non ci sono neanche gli autisti. Gli autisti del trasporto pubblico locale hanno abilitazioni diverse, dobbiamo ricordarlo?».


E i treni?
«Con i treni sarà un disastro. Domani, con una capienza al 50% e i treni che verrano presi d'assalto dal doppio degli studenti che abbiamo oggi, avete idea di cosa succederà? La gente non salirà a bordo, resterà sui binari. E tenteranno di prendere l'autobus».


Non si possono aumentare i treni?
«Non è solo questione di mezzi, abbiamo a che fare con rotaie e tracce, quelle non le posso aumentare».


Il ministro dei Trasporti l'avete sentito?
«Il ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini, era in Conferenza unificata Stato Regioni venerdì pomeriggio. Quando è venuta fuori l'agenzia di stampa che diceva 100% di didattica in presenza, ha detto: sto leggendo l'Ansa come voi. Non sapeva niente».


Ha sentito le aziende dei trasporti?
«Sono tutte in rivolta, hanno scritto ai prefetti. Le richieste sono: deroghe agli autisti e deroghe alle omologazioni per usare il 100% dei posti seduti. Ma avete idea di cosa succederà? Calche nelle stazioni, mancheranno gli autobus, sarà il caos. In tutta Italia, non solo in Veneto».

Ultimo aggiornamento: 17:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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