Trent'anni di progetti, scontri guerre legali e atti aggiuntivi

Sabato 29 Maggio 2021
Trent'anni di progetti, scontri guerre legali e atti aggiuntivi
LA STORIA
VENEZIA Trent'anni fa. La storia della Pedemontana Veneta, la superstrada a pedaggio che deve collegare Montecchio Maggiore (Vicenza) a Spresiano (Treviso), quasi 95 chilometri lungo 36 Comuni, inizia negli anni 90. È allora che il potenziamento dell'itinerario pedemontano viene inserito nel Piano Regionale dei Trasporti della Regione Veneto. Ma bisognerà aspettare il 28 maggio 2021 per vedere completati i primi 60 chilometri, con l'apertura del tratto da Bassano a Montebelluna. Manca ancora un terzo dell'opera.
LE TAPPE
È del 1997 l'accordo quadro fra il governo nazionale e la giunta veneta. A Palazzo Balbi il governatore è l'azzurro Giancarlo Galan, a Palazzo Chigi il premier è Romano Prodi. L'obiettivo è di attivare un project financing, ma il sospetto è che i finanziamenti privati non bastino. Nel 1999 il Parlamento approva uno stanziamento statale per un limite di impegno di 40 miliardi di lire per 15 anni. Nel 2001 l'opera viene inserita fra quelle ritenute strategiche per l'Italia, ma l'ipotesi di autostrada viene convertita nel programma di una superstrada a pagamento. La proposta di finanza di progetto matura nel 2003 e a depositarla è la società Pedemontana Veneta, composta da un gruppo di società autostradali e bancarie. Nel 2004 la Regione dichiara il pubblico interesse, nel 2006 il Cipe approva il disegno preliminare. Alla gara per l'aggiudicazione si presentano due raggruppamenti di imprese: Sis con Itinere Infraestructuras e Cintra con Merloni Finanziaria e Ferroviaria Agroman. L'offerta del primo, un consorzio di piemontesi e spagnoli, viene ritenuta la migliore, ma gli originari promotori decidono di esercitare il diritto di prelazione. È l'inizio di una feroce guerra legale, che finisce solo nel 2009, con la firma della convenzione. I lavori cominciano nel 2011. Ma non decollano.
LA TASSA ISTITUITA E ABOLITA
Fra il 2015 e il 2016 la Corte dei Conti rimarca diverse criticità. Non vengono però elevate sanzioni. Nell'estate 2016 scoppia la grana finanziaria, il piano economico a suo tempo ideato non risulta più sostenibile, di conseguenza il closing finanziario legato all'emissione di un bond da 1,6 miliardi non sembra possibile. Nel marzo 2017 la giunta regionale presieduta da Luca Zaia introduce, per il solo anno del 2019, un'addizionale sui redditi superiori a 28mila euro annui per reperire i 200 milioni necessari a realizzare l'opera. Due mesi dopo, maggio 2017, l'addizionale viene abolita: «Nella delibera era scritto chiaramente che si trattava di una misura cautelativa e prudenziale e che gli scenari potevano cambiare. Ed è quello che è successo», spiega Zaia.
I SOLDI
Il costo di costruzione della Pedemontana ammonta a 2,258 miliardi di euro. L'opera dal novembre 2017, con l'ottenimento del finanziamento privato (closing finanziario), è completamente finanziata: 614.910.000 euro di contributo statale; 300.000.000 euro di contributo regionale; 1.343.090.000 euro di finanziamento privato.
IL TERZO ATTO CONVENZIONALE
Il contratto per la concessione di costruzione e gestione di Pedemontana ha subito due variazioni: il primo contratto è del 2009, poi c'è stato un atto aggiuntivo del 2013 e quindi l'ultimo atto sottoscritto nel 2017, che sostituisce tutti i precedenti. Il nuovo contratto di concessione i pedaggi vengono incassati dalla Regione e costituiscono entrata per pagare il canone di concessione al concessionario. In capo al concessionario, cioè il privato, resta il rischio costruzione ed il rischio disponibilità, cioè i rischi relativi alla costruzione dell'opera (maggiori costi, imprevisti, espropri, ecc.); al concedente, cioè la Regione, invece è assegnato il rischio domanda (introiti da pedaggio rispetto al numero di veicoli che percorrono la strada). (al.va.)
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