Traguardo di vaccinazioni Contro Omicron terza dose

Giovedì 9 Dicembre 2021
IL FOCUS
ROMA La corsa della Omicron, la variante di Sars-Cov-2 che sembra destinata a sostituire la Delta, rende ancora più urgente la protezione con la terza dose di chi si è vaccinato più di cinque mesi fa. Gli ultimi studi, anche se assai parziali che giungono dal Sudafrica, confermano che rispetto all'infezione la mutazione ha una accentuata capacità di eludere il vaccino Pfizer, ma nei soggetti che hanno sia il superamento dell'infezione sia la vaccinazione persiste uno scudo più solido. Per questo appare molto concreta l'ipotesi che la protezione dalla malattia grave sia significativa se si completa il ciclo vaccinale con la terza dose. A che punto è l'Italia? L'accelerazione c'è stata e ieri è stato tagliato un traguardo simbolico: è stata superata quota cento milioni di iniezioni da quando è cominciata (27 dicembre 2019) la campagna vaccinale. Quella comprende prime, seconde e terze dosi, per un totale di quasi 47,5 milioni di italiani che hanno ricevuto almeno un'iniezione. Le terze dosi, in particolare, secondo l'ultimo report del Governo, sono state 9,6 milioni, ma sarà necessario accelerare per due motivi: per rafforzare la protezione rispetto alle insidie della Omicron e per difendersi dalla Delta, la variante ancora ampiamente dominante in Italia. Va anche detto che a gennaio sarà disponibile un nuovo vaccino (Novavax) di tipo proteico, differenti da quelli mRna, che garantirà una offerta ampliata anche per i richiami.
ANALISI
Ieri è stato diffuso uno studio sudafricano dell'Africa Health Research Institute di Durban condotto in laboratorio sul sangue di 12 persone completamente vaccinate con Pfizer per valutare l'immunità rispetto alla Omicron. Il responso, secondo una prima lettura, è stato ritenuto negativo perché sembra dimostrare una scarsa efficacia del vaccino, in particolare c'è un calo di 40 volte della capacità di neutralizzazione. Ma il professor Alex Sigal, che ha guidato la ricerca, in una intervista alla Cnn ha affermato che in realtà i primi risultati sono incoraggianti: le persone precedentemente infettate e poi vaccinate sono ben protette. Questo fa pensare che allo stesso modo ci protegge dalla Omicron anche la terza dose. Dice il professor Sigal: «La fuga di Omicron dalla neutralizzazione è incompleta. La precedente infezione + vaccinazione neutralizza ancora. Secondo me - ha precisato Sigal alla Cnn - è una notizia molto buona, mi aspettavo di peggio. Le mutazioni che caratterizzano la variante Omicron sembravano consentirle di eludere in misura maggiore l'immunità offerta dai vaccini. Ma non è così: l'esperimento mostra che questa non è una variante completamente sfuggita. La mia impressione è che se ricevi una dose di richiamo sei protetto, quanto meno dalle malattie gravi». Il professor Sigal ha anche sottolineato che, visto che il virus con la Omicron attacca ancora le cellule umane seguendo lo stesso percorso (il recettore Ace2), questo ci dà garanzie per il futuro: «Immaginate se questo virus avesse trovato un recettore diverso a cui legarsi? I nostri vaccini sarebbero stati spazzatura». Per fortuna non è così.
SCENARI
Queste conclusioni - del tutto parziali perché ancora lo studio non è stato sottoposto a peer review e i casi esaminati sono solo 12 - coincidono comunque con le notizie diffuse da Pfizer secondo cui la terza dose garantisce protezione anche dalla variante Omicron. Prima di tutte la casa farmaceutica ha annunciato che per marzo sarà pronto il vaccino adattato alla mutazione. Ma ha anche presentato l'esito di uno studio di laboratorio: mostra che gli anticorpi indotti dal vaccino neutralizzano la Omicron con la terza dose. Albert Bourla, presidente di Pfizer: «Già le due dosi del vaccino possono ancora offrire protezione contro malattie gravi causate dal ceppo Omicron, ma la protezione è migliorata con una terza dose del nostro vaccino. Garantire che il maggior numero possibile di persone sia completamente vaccinato con le prime due serie di dosi e un richiamo rimane la migliore linea d'azione per prevenire la diffusione di Covid». La preoccupazione resta alta, tanto che nel Regno Unito a causa dell'avanzata della Omicron ieri Boris Johnson ha convocato una conferenza stampa e annunciato l'avvio del piano B con una serie di restrizioni. Dall'Organizzazione mondiale della Sanità, il responsabile per le emergenze Michael Ryan, sostiene: «Non ci sono indicazioni che facciano dubitare che i vaccini attuali proteggano contro la variante Omicron».
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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