Torino, donna sequestrata per vendicarsi di una truffa

Giovedì 15 Agosto 2019
IL GIALLO
TORINO «Sembrava un film». Invece era tutto vero: un sequestro di persona in piena regola, con energumeni fasciati da giubbotti antiproiettile e vittime che implorano aiuto. È accaduto a Torino, in un centro storico che, per quanto non sia preso d'assalto dai turisti in questa vigilia di Ferragosto, conta comunque un discreto numero di passanti e di negozi aperti. Tre sconosciuti, poco dopo le 10, hanno caricato a forza una donna su un furgone Volkswagen, allo sbocco tra piazza Cln e piazza San Carlo, e si sono dati alla fuga. Ma la polizia è riuscita rapidamente ad agguantarli.
IL MOTIVO
Secondo le prime indagini si tratta di una vendetta per una truffa che affonda le radici in Germania. I tre rapitori sono tedeschi: uno è un imprenditore edile che afferma di essere la vittima del raggiro, gli altri lavorano per un'agenzia di investigazioni specializzata in recupero crediti. C'è poi un austriaco che è stato messo in stato di fermo. Quanto alla donna, è una cittadina serbo-australiana di 35 anni; con lei c'era un uomo che è sfuggito all'aggressione e che non è ancora stato individuato.
L'impresario sarebbe stato truffato a Milano, lo scorso giugno, durante un'operazione di cambio valute: ha consegnato 50 mila euro a un interlocutore conosciuto via internet e ha ricevuto banconote fasulle. Anziché denunciare l'accaduto è tornato in Germania e si è rivolto all'agenzia. Il gruppetto è poi calato a Torino passando per Aosta, dove è stata rubata la targa poi applicata al furgone. Non sono ancora noti gli eventuali collegamenti fra il presunto truffatore e le due persone che si volevano rapire.
«La coppia - racconta Saverio, dipendente di una gelateria - stava camminando tranquillamente. A un certo punto è arrivato il furgone, contromano e a gran velocità. Da dove mi trovavo ho visto un tizio dal volto coperto, molto alto e molto grosso, che ha afferrato la signora e l'ha spinta dentro. Lei urlava. In italiano, ma con un accento che mi è sembrato dell'Est. Chiedeva di chiamare la polizia». Sotto gli occhi di almeno una decina di passanti sbigottiti. «Ho pensato alla scena di un film - dice uno di loro - tanto che mi aspettavo di vedere le telecamere sbucare all'angolo della strada». Molte sono le mani corse ai telefonini per lanciare l'allarme al 112. I rapitori avevano pettorine con la scritta Police e berretti siglati Interpol.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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