Telecamera per spiarla e il giuramento di fedeltà sul Corano

Giovedì 26 Novembre 2020
L'OSSESSONE
PADOVA I giuramenti di fedeltà coniugale poggiando la mano sul Corano. La telecamera istallata nel lampadario della cucina per controllare la moglie quando lui non era a casa. I bambini mandati a letto per non far vedere loro che mamma e papà litigavano. Come se quelle pareti che dividevano le camere da letto, sottili come fogli di cartone, potessero fermare le parole d'accusa del padre sputate violentemente contro la madre con il volto, incorniciato dal velo islamico, rigato da lacrime di disperazione. Aycha Abioui ha raccontato tutto quello che era costretta a subire dal marito ai carabinieri quando si è rivolta a lor per sporgere denuncia. E anche mentre è in caserma Abdelfettah Jennati la tormentava con continue telefonate.
LE REGISTRAZIONI
«Il 28 settembre mi ha accusato di averlo tradito e voleva sapere chi era il mio amante. Il 30 settembre ne ho parlato con un'amica e quando se n'è andata, da sola in casa, ho avuto uno sfogo e mi sono messa a parlare tra me e me. Quando l'1 ottobre mio marito è tornato a casa dal lavoro, mi ha fatto sentire una registrazione dove si sentiva la mia voce e la musica di sottofondo. Suppongo che abbia messo un registratore per tenermi sotto controllo quando è via, ma in casa non ho trovato nulla. Lui ha fatto sentire la registrazione anche a nostro figlio, alla vicina e ad altre persone e mi ha detto Ti avrei voluto infilare un coltello nella schiena mentre dormivi ma ho pensato ai nostri figli e mi è passata l'idea. I miei figli mi hanno detto di aver visto il padre mettere una telecamera sul lampadario che punta verso l'ingresso e che ne ha ordinata un'altra su Amazon». Il giorno dopo la fuga della moglie, il marito si è presentato a scuola mentre lei accompagnava i bambini a lezione e le ha chiesto di tornare, che aveva già comprato i biglietti per la Sicilia, dove hanno i loro parenti. Poi era andato anche a casa dell'amica che la ospitava sempre per convincerla ad andare a casa con lui. Addirittura un giorno il 39enne ha tentato di trascinare la moglie in moschea per farle giurare davanti agli occhi di dio che gli era fedele. Ma la moschea era chiusa e così si è limitato a farla giurare a casa sul Corano. La coppia si era anche rivolta ai servizi sociali del Comune di Cadoneghe perchè avevano problemi economici. Hanno ricevuto del denaro per sanare una morosità nell'affitto e per pagare la bolletta del riscaldamento, mentre la donna si era rivolta a un medico per la sua quarta gravidanza, interrotta volontariamente. E forse proprio l'aborto è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della sua gelosia portando al tagico epilogo. Aycha sapeva che era in pericolo. Sapeva che quando il marito le diceva che voleva ucciderla, non esagerava. Ma il desiderio di tornare alla normalità era grande: «Coi bambini è splendido e mi ha assicurato che non mi minaccerà più» diceva 20 giorni dopo a chi le sconsigliava di tornare da lui. Ha voluto credergli. Lui no. E l'ha uccisa senza pietà.
M.Lucc.
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