Teheran, condannata ancora Nazarin Johnson: farò di tutto per farla liberare

Martedì 27 Aprile 2021
IL PERSONAGGIO
Continua in Iran l'odissea giudiziaria di Nazanin Zaghari-Ratcliffe. Un tribunale rivoluzionario ha condannato la cittadina anglo-iraniana a un altro anno di prigione, giudicandola colpevole di «attività di propaganda contro la Repubblica islamica». Una sentenza giunta a poco più di un mese dal rilascio con divieto di espatrio, dopo aver scontato 5 anni per accuse di «spionaggio», che lei ha sempre negato.
Immediata è giunta la reazione di Londra contro un verdetto definito «crudele, disumano e del tutto ingiustificato». Il premier Boris Johnson ha promesso che «non si fermerà e raddoppierà gli sforzi» per riportarla nel Regno Unito, dove vivono il marito Richard e la figlia Gabriella di 6 anni, «lavorando sulla questione anche con i nostri amici americani».
Il nuovo processo a Zaghari-Ratcliffe era iniziato il mese scorso e si basava sulla sua partecipazione a una manifestazione del 2009 a Londra davanti all'ambasciata iraniana, in cui aveva anche rilasciato un'intervista al canale della Bbc in persiano. Il suo legale, Hojjat Kermani, ha già annunciato che farà appello.
L'incubo della 42enne, dipendente della fondazione Thomson Reuters, era iniziato nel 2016, durante una visita ai familiari nel Paese d'origine, con l'arresto all'aeroporto di Teheran. Poi è arrivata la condanna e la lunga carcerazione, che le ha lasciato una grave sindrome post traumatica per «i maltrattamenti subiti». Gli ultimi mesi di prigionia li aveva trascorsi ai domiciliari per l'emergenza Covid, fino al rilascio a inizio marzo. Una gioia durata poco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci