Studente trevigiano rientrato dalla Cina in quarantena a casa

Venerdì 31 Gennaio 2020
I CONTROLLI
TREVISO Primo caso sospetto del nuovo coronavirus cinese in Veneto. Uno studente minorenne, italiano, residente della zona di Treviso, è stato colpito da febbre dopo essere rientrato dalla Cina assieme alla madre, facendo scalo con l'aereo in un paese arabo. Un aeroporto, quest'ultimo, che a differenza di quelli europei, a partire da Fiumicino, non ha ancora avviato controlli specifici sui passeggeri provenienti dalle zone a rischio per arginare la diffusione del virus orientale. Così è rientrato in Veneto. Nel giro di pochi giorni, però, il ragazzo ha visto la febbre salire. Senza tosse, solo febbre.
La mamma l'ha portato dal pediatra, che alla luce dei sintomi e del recente viaggio in Cina l'ha immediatamente segnalato all'ospedale di Treviso. Lo studente non è stato ricoverato, ma è blindato in casa. Non può uscire, non può avvicinarsi a nessuno e deve cercare di ridurre al minimo i contatti diretti anche con la famiglia che vive assieme a lui, in modo da ridurre al minimo il rischio di una diffusione del virus. È monitorato giorno per giorno. Al momento il suo quadro clinico non appare grave.
TAMPONE
I medici hanno eseguito un tampone che è stato subito inviato allo Spallanzani di Roma, l'istituto nazionale per le malattie infettive, come dettato dal ministero della Salute. Qui verranno eseguiti gli esami approfonditi per chiarire se il ragazzo è stato realmente contagiato dal coronavirus cinese. Dovesse arrivare una conferma, potrebbe scattare il suo immediato trasferimento nella struttura sanitaria della Capitale.
Sempre a Treviso c'è un secondo caso che desta dubbi. È quello di un'imprenditrice di 45 anni colpita a sua volta dalla febbre dopo essere tornata dalla Cina. Lei è stata ricoverata per qualche giorno nell'unità di Malattie infettive. Una precauzione, perché dall'ospedale filtra un cauto ottimismo. Ma anche per la donna è stato inviato un campione allo Spallanzani, così da cancellare ogni dubbio sulla natura del virus che ha dato origine alla malattia.
Infine, c'è attenzione per un 32enne. Il suo non viene considerato un vero e proprio caso sospetto. Fatto sta che martedì si è rivolto al pronto soccorso di Treviso per una tosse, senza febbre, che non smetteva di tormentarlo quattro giorno dopo aver lasciato Shanghai per far ritorno nel trevigiano. Anche lui è controllato a domicilio. Ma per i medici non sono emersi elementi sufficienti per sospettare un contagio da coronavirus cinese.
La paura ormai è arrivata pure in Veneto. Lo conferma quanto accaduto ieri a Venezia. Un turista cinese è svenuto in campo San Bartolomeo. Sono intervenuti subito i soccorsi e la Polizia Locale. A quanto pare ha avuto una crisi epilettica. Ma in pochi istanti le foto scattate dai passanti hanno iniziato a rimbalzare sui social network. Ed è esplosa la psicosi.
Il coronavirus cinese, inoltre, sta causando difficoltà anche a livello economico. Le imprese venete che puntano sull'export rischiano di bloccarsi. «Stiamo parlando ad esempio dei settori della metalmeccanica e del sistema moda spiega Vendemiano Sartor, presidente della Confartigianato della Marca trevigiana e il problema non riguarda solo la Cina, ma si sta espandendo anche ai paesi vicini». Alcuni imprenditori non riescono nemmeno più a spostarsi tra l'Italia e il paese dell'estremo oriente a causa del blocco dei trasporti. In tutto ciò il picco dell'influenza stagionale non fa che complicare le cose dato che i sintomi iniziali sono del tutto simili a quelli dati dal coronavirus. In Veneto sono oltre 177mila le persone colpite dall'influenza stagionale. Tra queste, ci sono stati sei casi gravi. Con un decesso: Emma Vitulli ha perso la vita martedì a soli 10 anni nell'ospedale di Treviso a causa di una rarissima complicanza legata alla risposta immunitaria al virus dell'influenza B (ne sono state descritte solo un centinaio in tutto il mondo) che le ha causato danni cerebrali irreversibili, fino alla morte.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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