Stretta veneta: denunce quarantena e maxi-multe

Martedì 7 Luglio 2020
IL PROVVEDIMENTO
VENEZIA Nell'ultima settimana in Veneto ci sono stati 28 nuovi casi di coronavirus e di questi 28 ce ne sono 15 di «virus importato», come li ha definiti il governatore Luca Zaia. E cioè contagi arrivati dall'esterno, «importati» da persone che sono arrivate da altri paesi. Uno degli ultimi casi, quello dell'imprenditore vicentino andato in Serbia e poi in Bosnia, ha comportato, al momento, cinque malati di coronavirus e 117 contatti, cioè altre 117 persone che dovranno stare in quarantena per evitare, nel caso in cui sviluppino la malattia, di contagiare altra gente. È da qui che è nata l'ordinanza numero 64 firmata ieri dal governatore Luca Zaia. Che non prevede Tso né reintroduce l'aspetto penale, tutte competenze dello Stato. Ma prevede bastonate per i datori di lavoro nel caso in cui non comunichino all'Ulss che propri dipendenti sono rientrati dall'estero così da fargli fare il tampone: la multa è di 1.000 euro a lavoratore. Si fa prima a fare un esempio: se una fabbrica ha 100 dipendenti e un solo dipendente rientra dall'estero e il titolare non lo comunica all'Ulss, la multa sarà di 1.000 per il numero totale dei dipendenti, cioè 100.000 euro. E l'altra novità è che chi rifiuta il ricovero sarà denunciato. Esattamente come è successo all'imprenditore vicentino tornato alla Serbia e dalla Bosnia e risultato positivo.
LE MOTIVAZIONI
«A noi interessa che il virus non si diffonda, non è una questione di razzismo», ha detto ieri Zaia rimarcando che il bollettino delle ultime ventiquattr'ore conferma «un trend di tranquillità», ma «non bisogna abbassare la guardia». Zaia ha puntualizzato: «Qualcuno ha detto che faccio casino per appena cinque contagiati. A parte il fatto che bisogna portare rispetto a tutti, fosse anche un solo contagiato, io dico che dopo tutti i sacrifici che abbiamo fatto non possiamo permetterci di portarci in casa il virus da fuori. E non è neanche vero che ho fatto retromarcia: mai detto che avrei limitato le libertà personali».
LE MISURE
Cosa prevede l'ordinanza regionale firmata ieri e in vigore fino al 31 luglio? Cinque le misure. La prima è la quarantena obbligatoria di 14 giorni. Per chi? Per chi è stato a contatto con un malato di Covid, cioè positivo; per chi arriva in Veneto da tutti i Paesi del mondo tranne i 36 dell'Unione Europea (27), dello spazio Schengen (4), Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord Andorra, Principato di Monaco, Repubblica di San Marino, Stato della Città del Vaticano; per chi ha sintomi evidenti compresa la febbre con più di 37 grado e mezzo.
Secondo: l'Ulss di competenza può disporre che la quarantena si faccia in strutture extrabitative (cioè gli alberghi individuati a suo tempo con apposita delibera) nel caso in cui il presunto malato abiti in case affollate. Ma va detto che questa previsione è stata fatta pensando ai lavoratori che dividono lo stesso appartamento. Chi paga l'albergo? Il quarantenato.
Terzo: tampone per i lavoratori che arrivano dall'estero, o, meglio dai paesi extra Ue e extra Schengen dove si sono recati per motivi di lavoro, indipendentemente dalla durata della permanenza. Nello specifico è obbligatorio un primo tampone al rientro e un secondo tampone dopo 5-7 giorni. Tra il primo e il secondo esame i lavoratori possono andare a lavorare ma con la mascherina (occhio: la chirurgica, non una qualsiasi benda). Chi è che avvisa l'Ulss chiedendo il tampone? Tocca al datore di lavoro. E chi è che paga la multa se si chiedono i tamponi? Il datore di lavoro: 1.000 per ciascun lavoratore dell'azienda. I tamponi, invece, sono gratuiti. Quanto alle badanti che tornano al paese di origine per fare le vacanze e poi rientrano in Italia, è già previsto - raccomandato, però, non obbligatorio - il tampone gratuito da chiedere all'Ulss.
DENUNCE E SANZIONI
La quarta misura dell'ordinanza riguarda le segnalazioni: l'Ulss non solo deve comunicare a sindaco e prefetto i nomi di chi deve stare in quarantena, ma deve anche denunciare chi non osserva le disposizioni. E - ed è l'altra novità, cioè la quinta misura - l'Ulss deve denunciare chi rifiuta il ricovero.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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