Sputnik, fiale offerte al commissario: pista bulgara

Sabato 27 Febbraio 2021
L'INCHIESTA
ROMA Cinquanta milioni di dosi di Sputnik V. Un'intermediaria che vive in Bulgaria, nei giorni scorsi, avrebbe offerto all'ufficio del commissario straordinario per l'emergenza Covid, guidato da Domenico Arcuri, le dosi sufficienti per garantire la copertura di quasi tutta l'Italia. Questa è stata la proposta presentata via email. Proposta a cui non avrebbe fatto seguito una risposta da parte del commissario poiché Arcuri tratterebbe solo con le case farmaceutiche e inoltre lo Sputnik V, il vaccino russo non è stato approvato dall'Ema, anche se Austria e Ungheria lo stanno acquistando come singoli stati. Per questo motivo sul caso la procura di Roma indaga per ricettazione, dopo la denuncia presentata dallo stesso staff di Arcuri. Nella missiva non veniva specificato il prezzo che sarebbe stato negoziato in una successiva comunicazione. L'inchiesta è stata quindi affidata al Nas dei carabinieri e all'Interpol.
I primi di febbraio in Umbria un altro intermediario aveva cercato di piazzare delle forniture di vaccino Astrazeneca alla Regione. Gli stessi vertici regionali avevano segnalato al Nas l'offerta. Tuttavia, in questo caso, è opportuno specificare come Astrazeneca abbia poi presentato un esposto al fine di denunciare ogni tentativo di assicurare forniture di vaccino anti-Covid al di fuori dei canali governativi ufficiali: «non vi è attualmente - si legge in una nota dell'azienda - alcuna vendita o distribuzione del vaccino al settore privato».
Una situazione in generale delicata su cui, in ordine di tempo, hanno lanciato l'allarme su scala globale l'Interpol a fine ottobre e il Working Group Covid 19, presieduto dal direttore esecutivo di Europol pochi giorni fa.
Giuseppe Scarpa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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