Spray al peperoncino a Pavia e Cremona ora è allarme per l'effetto emulazione

Martedì 11 Dicembre 2018
I RISCHI
ROMA Ora tutti dicono che «l'emulazione non può essere tollerata», che questi ragazzi «vanno puniti severamente», ma gli attacchi con gli spray al peperoncino non sono di oggi: almeno una trentina solo nell'ultimo anno. E se non sarà questa sostanza urticante a mettere a rischio la loro vita, sarà qualche altra moda pericolosa, come è accaduto per i suicidi ordinati dalla Blue whale, o per i selfie sui binari dei treni. Ieri è successo di nuovo in due scuole lombarde, a Pavia e Soncino (Cremona), altri giovanissimi hanno impugnato lo spray e, «per scherzo» - così hanno provato a giustificarsi - hanno intossicato mezza classe.
L'ESPERTO
«Non abbiamo ancora seppellito le vittime della strage nella discoteca La Lanterna azzurra, - usa parole dure Luca Bernardo, direttore della casa pediatrica dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano e del Centro nazionale contro il cyberbullismo - che di nuovo dei ragazzi, invece di pensare a studiare, a migliorarsi, a vivere la vita, attraverso la possibile emulazione di un gesto grave hanno rischiato di fare danni non solo da un punto di vista fisico, ma anche psicologico. Sono giochi di sfida. Il problema è che possono diventare giochi di morte, è bene sottolinearlo». L'esperto ritiene che la risposta debba essere dura. «Io credo - osserva - che ai ragazzi sia necessario anche dire che per l'età che hanno sono responsabili di quello che fanno. Non si tratta di dibattere sull'opportunità di vendere o no spray al peperoncino. Perché oggi è lo spray urticante, domani sarà qualcos'altro. È grave l'utilizzo, non il mezzo. E loro devono comprendere che non possono essere sempre giustificati per il danno che fanno».
Ma fino a che punto chi commette un reato di questo tipo ha la coscienza di quanto sta facendo? Basta leggere le lettere che la gang di giovanissimi finita in carcere per i disordini di Torino, in piazza San Carlo, si è mandata a qualche mese di distanza dall'arresto, per rendersi conto che è una battaglia difficile da vincere. La musica e i grandi festival sono considerati un terreno privilegiato, tanto che uno del gruppo scrive a Budino, il capo della banda, e cita il Tomorrowland, in programma a Monza qualche giorno dopo lo scambio di messaggi intercettato dagli investigatori. «Fra' - scrive - c'è il Tomorrowland, quest'anno non si può (sono agli arresti in carcere, ndr), ci andiamo il prossimo anno a divertirci, è un'esperienza unica, ahahahah». Per la Squadra mobile, il gruppo non mostra di avere la consapevolezza dei reati contestati e della loro gravità. E soprattutto farebbe parte di una gang molto più ampia, visto che le persone denunciate sono arrivate a 64.
LINEA DURA
In attesa di chiarire come siano andate le cose nella strage di Corinaldo, anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini conferma di volere la linea dura sulla regolamentazione dell'uso dello spray urticante: «Ha salvato molte vite - specifica - tante donne da violenze e stupri. Va usato in maniera intelligente. Chi ne abusa, per quello che mi riguarda, va arrestato anche se minorenne. Del resto, se una signora prende a colpi di mattarello in testa uno, non posso toglierli dal mercato. Posso solo stangare dei delinquenti e deficienti che usano strumenti di difesa per altri motivi».
Cristiana Mangani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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