Sotto choc turismo e mondo del lusso Ma l'effetto-Sars è ancora lontano

Mercoledì 29 Gennaio 2020
IL FOCUS
ROMA Un certa prudenza nelle previsioni è d'obbligo, ma quando il coronavirus sarà stato disinnescato si parlerà di effetto transitorio sull'economia cinese e quindi anche su quella globale. Forse, sostengono gli economisti, ci vorranno sei mesi come nel caso della Sars, ma alla fine il coronavirus potrà lasciare il segno su uno o due trimestri, non di più. Va detto, però che in diciassette anni di globalizzazione molto è cambiato nei pesi del Pil mondiale.
E il Dragone è più importante che mai per l'economia globale. Se al momento dell'epidemia Sars, nel 2003, rappresentava il 4,2% dell'economia mondiale e ha contribuito per il 18% alla crescita del Pil mondiale, nel 2018, la sua quota di Pil globale era salita al 15,8%, con il 35% della crescita globale proveniente proprio da Pechino e dintorni. In particolare, il settore terziario del Paese, quello più esposto oggi a questo tipo di epidemia, ha avuto un certo peso nella crescita del Dragone negli ultimi dieci anni: il suo peso è passato dal 41 al 53% e il suo contributo alla crescita è passato dal 46% al 59%. La differenza non è poca E dunque qualche responsabilità finirà comunque per averla nei tempi della ripresa globale. Non solo perchè Pechino acquista quasi 2.200 miliardi di dollari di beni nel mondo, ora in gran parte congelati, come i quasi 2.500 miliardi di export.
Ma anche perché fermare la circolazione di 90-100 milioni di cinesi proprio nei giorni. del Capodanno cinese vuol dire un colpo secco, seppure transitorio, a turismo e beni di lusso. Senza contare l'effetto pesante sui consumi interni. Qualcosa che conta, anche nell'era del commercio on-line.
L'ESCALATION
Tra le poche certezze di chi in queste ore si sta esercitando in previsioni c'è che il nuovo virus cinese si può paragonare alla Sars del 2003, che costò un calo tra l'1 e il 2% al pil del Dragone. E allora è da questo confronto, con le dovute cautele, che partono le previsioni di questi giorni.
La buona notizia è che il virus di diciassette anni fa aveva una mortalità tripla e che non fu affrontato con la determinazione dimostrata in questi giorni dalle autorità cinesi. Quanto agli effetti sul resto della crescita mondiale, possiamo permetterci invece un po' meno ottimismo, a quanto pare. Perché l'effetto sarà anche transitorio per Pechino - probabilmente ridurrà la crescita del pil cinese sotto il 6% quest'anno, mentre il governo si aspettava anche il +6,5% - ma è ben più difficle prevedere l'impatto sul resto del mondo. Non si può escludere nemmeno una recessione in Europa, dice l'economista Mario Deaglio, in occasione del XXIV Rapporto sull'economia globale e l'Italia promosso dal Centro Einaudi e da Ubi Banca.
EFFETTO SHOPPING
Se i tempi si allungheranno, dice Schroders, ne risentiranno i partner commerciali più coinvolti, dal resto dell'Asia all'Australia e potenzialmente anche l'Europa. I rischi per l'economia, e in particolare per quella italiana, secondo Deaglio partono innanzitutto dal turismo: «I cinesi sono al quarto posto come turisti in Italia, se scendono a zero sarebbe una bella botta, che quest'anno non riusciremo a recuperare. Ci sono poi decine di milioni di cinesi che non escono da casa e tra le altre cose non comprano merci italiane», ha aggiunto. Infine l'Italia produce macchine agricole per il mercato cinese e importa semilavorati tecnici dalla Cina». Un pezzo di importante di interscambio che conta 13 miliardi di esportazioni italiane in Cina, contro 30 miliardi di importazioni.
Un capitolo a sè è quello del lusso, molto caro all'Italia. Secondo i dati di Planet, l'anno scorso le vendite agli acquirenti cinesi in Europa sono cresciute del 6% rispetto all'anno precedente. Non solo. In Italia i cinesi valgono ben il 36% del mercato tax free, davanti a americani e russi, e nel 2019 hanno anche aumentato la loro presenza sul nostro territorio (+10%). Più in generale, la quota di acquisti all'estero dei consumatori cinesi vale il 76% dell'intero mercato cinese del lusso. Un pezzo di economia, completamente congelata oggi.
Roberta Amoruso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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