Sindaco picchiato, video beffa sui social dei nomadi aggressori

Mercoledì 14 Agosto 2019
Sindaco picchiato, video beffa sui social dei nomadi aggressori
L'AGGRESSIONE
CAERANO (TREVISO) Un video beffa in cui ironizzano sul pestaggio del sindaco. Lunedì pomeriggio, mentre i carabinieri formalizzavano la denuncia nei confronti dei tre nomadi responsabili dell'aggressione ai danni del primo cittadino di Caerano Gianni Precoma, sul profilo Instagram di Brandon Kari, il 22enne che assieme al padre Giuseppe e al fratello Elvis, stando alle accuse, avrebbe preso a pugni il sindaco che voleva far sgomberare il loro camper dall'area artigianale, è stata caricata una video intervista in cui Brandon ironizza su quanto accaduto, probabilmente senza rendersi conto della gravità dei fatti. La pagina si chiama epicfail2page, e contiene, oltre a diverse foto del 22enne, anche delle immagini e dei commenti agli articoli di giornale apparsi in questi giorni sul caso, in cui si scherza sulle tecniche di arti marziali usate da Kari per aggredire il sindaco Precoma. Anche il Ministro dell'Interno Salvini contro il padre di Epic e Epic fail si legge in uno screenshot che ritrae il volto tumefatto del primo cittadino e le dichiarazioni di solidarietà del leader nazionale della Lega. Poi il video, in cui Brandon viene giocosamente intervistato da un ragazzino a dir poco divertito, in cui il 22enne prima simula il futuro processo presentandosi come l'avvocato di sé stesso (ho visto le carte, andrà tutto bene), poi, sghignazzando, dice di aver picchiato il sindaco per la droga e per l'alcol.
LE GIUSTIFICAZIONI
«Era solo uno scherzo, una stupidata», taglia corto il padre di Brandon, Giuseppe Kari, denunciato a sua volta assieme al figlio. Che invece risponde di non saperne nulla di quel filmato pubblicato solo 24 ore fa: «Non sono io, deve essere un fotomontaggio». Il video ormai sta girando per tutta Caerano, e i cittadini, a dire del sindaco, sono sempre più infuriati. «Mio fratello non si rende conto di quello che dice - aggiunge Aramis, un altro fratello che vive a Milano -. È colpa di quel ragazzino che fa i video, Brandon neanche ce l'ha il telefonino». Intanto i carabinieri di Montebelluna, intervenuti subito a tutela del primo cittadino (per il quale sono state disposte delle misure di vigilanza sin dalle prime fasi dell'indagine), dopo la denuncia a piede libero nei confronti di Giuseppe, Brandon ed Elvis Kari, riconosciuti dal sindaco Precoma e già segnalati alla Procura, stanno valutando la richiesta di ulteriori provvedimenti amministrativi nei confronti dei tre nomadi. Non si esclude il ricorso a un foglio di via.
LA CONTRO DENUNCIA
Il capofamiglia Giuseppe Kari però ora contrattacca, e si dice pronto a presentare una controquerela nei confronti di Precoma. «È lui che ci ha aggrediti per primo - afferma deciso guardando il suo camper, che ora stazione nel parcheggio accanto alla caserma dei carabinieri di Montebelluna -. Ci ha detto che se non ce ne andavamo via chiamava le ruspe e ci bruciava con una tanica di benzina. Poi mi ha tirato un calcio sulla gamba, e solo a quel punto ho reagito colpendolo con un pugno. Per questo è intervenuto anche Brandon, che è stato spinto e ha quindi assestato una ginocchiata e un ceffone a Precoma, che è caduto a terra». La versione si discosta e non di poco da quella del primo cittadino, che ha denunciato di esser stato trattenuto dai due ragazzi e picchiato con violenza, tanto da riportare due costole rotte e ferite varie per una prognosi di trenta giorni. «Ma non è andata così - afferma Elvis Kari -: è vero che mio padre e mio fratello si sono azzuffati con il sindaco, ma io ho cercato invece di mettermi in mezzo, e l'ho anche difeso. Nella zona industriale ci sono delle telecamere private: basta che le forze dell'ordine controllino e potranno verificare che sto dicendo la verità». Giuseppe Kari ammette che sabato sera sia stato superato il limite, ed è pronto a chiedere scusa al sindaco. Ma a un patto: «Vogliamo che lui, a sua volta, si scusi con noi. E siamo disposti anche a incontrarlo, in maniera pacifica, per chiarire tutto. Noi viviamo qui da sempre, ci spostiamo tra Montebelluna, Maser e Caerano San Marco senza dare fastidio a nessuno. Il fatto è che c'è sempre più intolleranza, e il sindaco l'altra sera ha esagerato. Noi eravamo ubriachi, questo è vero, ma è stato lui a mostrarsi aggressivo e intransigente».
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci