Sindacati in pressing «Nelle grandi opere investimenti subito»

Martedì 11 Dicembre 2018
LA GIORNATA
ROMA Alla fine anche il governo giallo ha avviato la sua concertazione. L'incontro di ieri mattina tra il presidente del Consiglio e i sindacati può evocare per alcuni versi quelli del passato e lo stesso Giuseppe Conte in apertura di riunione ha voluto in qualche modo chiedere scusa per la tardiva convocazione del tavolo. La cui composizione però segnala anche differenze: ci sono tutte insieme le sigle sindacali, elencate in ordine alfabetico sul sito di Palazzo Chigi: Cgil, Cisal, Cisl, Confsal, Ugl e Uil, mentre ancora ai tempi di Renzi e Gentiloni per alcune gli incontri erano separati. I temi sono naturalmente quelli della legge di Bilancio, che però manca ancora delle sue parti sostanziali, quelle dedicate a reddito di cittadinanza e pensioni. Conte si è giustificato in particolare sul fronte previdenza, citando il fatto che «c'è un'interlocuzione europea in corso». A questo proposito proprio ieri il commissario europeo Moscovici ha ricordato che da Roma non è arrivata ancora nessuna nuova proposta. E il vicepresidente Dombrovskis ha avvertito che senza «correzioni considerevoli» la procedura partirà.
IL PROGRAMMA
Sugli investimenti ed in particolare quelli in infrastrutture l'esecutivo ha illustrato il programma che prevede per i prossimi tre anni un impegno finanziario pari a oltre 20 miliardi. Si è parlato però anche di misure che saranno inserite in altri provvedimenti in arrivo, come il decreto legge sulle semplificazioni che sarà accompagnato da un disegno di legge con deleghe all'esecutivo. Quindi il nuovo codice sugli appalti ed anche le nuove regole sulle crisi d'impresa (in quest'ultimo caso le norme attuano una delega del precedente governo). Non sono stati fissati specifici appuntamenti per la prossima fase del confronto, che dovrebbe proseguire con tavoli tematici. I margini per un reale confronto sono certo strettissimi, visto ad esempio che ci sono pochi giorni per presentare al Senato le correzioni decisive all'impianto della manovra. E proprio su questo aspetto si sono differenziate alla fine le posizioni dei presenti. Per la Cgil Susanna Camusso ha preso atto della «generica dichiarazione di attenzione» lamentando però l'assenza di «risposte nel merito», in una fase in cui «la legge di bilancio non è nei prossimi mesi ma oggi». Il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo ha accolto con soddisfazione «la discontinuità rispetto all'austerità» aggiungendo che la risposta sarà valutata «già dalle modifiche al disegno di legge che saranno fatte in Senato». Annamaria Furlan, numero uno della Cisl, ha parlato di «un cambio di passo importante e significativo», ma nell'incontro ha anche sottolineato l'incidenza del tema infrastrutture su quello dei posti di lavoro. «C'è il rischio - ha avvertito - di avere migliaia di lavoratori disoccupati, le ricadute sull'occupazione sono più veloci dell'analisi costi benefici». Cgil, Cisl e Uil hanno portato al tavolo la propria piattaforma unitaria e ora convocheranno per il 19 dicembre tre manifestazioni a Nord, Centro e Sud.
«Abbiamo ribadito l'importanza di una serie di misure per il rilancio degli investimenti e la ripresa delle opere pubbliche, per le quali non si tratta semplicemente di stanziare risorse, ma occorre anche intervenire sui fattori di natura legale e burocratica che rallentano i lavori e per tale ragione apprezziamo il tentativo dell'esecutivo di rivedere il codice degli appalti» ha sintetizzato il segretario generale dell'Ugl Paolo Capone ribadendo «la priorità di creare posti di lavoro». Da Cisal e Confsal sono arrivati commenti sostanzialmente positivi.
IL DIALOGO
La valutazione dello stesso Conte, con l'impegno a proseguire sulla via del dialogo sociale, è arrivata in tarda serata via social: «Ho ascoltato con molta attenzione istanze, osservazioni ma anche alcuni apprezzamenti per le iniziative messe in campo dal governo con la manovra economica in corso di discussione al Senato». Il premier ha rivendicato «la discontinuità con le politiche di austerity del passato».
Luca Cifoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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