Silvio Berlusconi

Martedì 21 Maggio 2019
Silvio Berlusconi l'aveva promesso dopo i giorni passati in ospedale: «Negli ultimi giorni della campagna elettorale sarò in prima linea». Dunque eccolo, a tutto campo.
Presidente Berlusconi, perché Lega e FdI dovrebbero allearsi con i Popolari che in Europa hanno governato penalizzando l'Italia?
«L'Italia non è stata penalizzata dal Partito Popolare Europeo, ma dal fatto che l'Europa è stata governata da una casta di burocrati e di tecnocrati ottusi e indifferenti alle ragioni e agli interessi dei popoli. Questo per diverse ragioni, fra le quali anche l'innaturale accordo fra Popolari e Socialisti che ha prodotto la paralisi della politica e svilito il sogno europeo. Per questo il primo compito che mi sono dato, per cambiare l'Europa, è convincere il PPE a chiudere quest'esperienza e a collaborare con i liberali, i conservatori, gli stessi sovranisti ragionevoli».
E come pensa di convincere la Merkel e gli altri popolari Ue che Salvini e la Meloni sarebbero affidabili come alleati?
«Il centro-destra ha governato l'Italia per molti anni con politiche responsabili e condivise in Europa. Quando è stato necessario abbiamo preso posizioni ferme, fino ad usare il diritto di veto, ma nella grande maggioranza dei casi abbiamo seguito la strada del dialogo e del consenso. Le maggiori regioni italiane, del resto, come il Veneto e la Lombardia, sono da sempre dal centro-destra e sono fra le regioni meglio governate e più apprezzate d'Europa. In ogni caso, lavorerò per superare le diffidenze con tutto il peso della mia esperienza, delle mie relazioni internazionali, dell'autorevolezza che mi viene riconosciuta. Anche per questo chiedo agli italiani di darmi più forza scrivendo il nome Berlusconi sulla scheda elettorale di fianco al simbolo di Forza Italia».
E in quali elementi pensa che le politiche economiche e di bilancio europee dovrebbero cambiare?
«Le faccio un esempio: se un governo come quello italiano vuole sfondare il tetto del 3%, facendo più deficit e più debiti, per finanziare spese assistenziali inutili, questo è un comportamento irresponsabile. Se invece superassimo il 3% per un grande progetto di opere pubbliche utile a creare occupazione, a dare ossigeno alle imprese, a porre le condizioni per lo sviluppo, allora l'Europa dovrebbe capire che non è uno spreco, ma un investimento».
Se il voto rispecchiasse i recenti sondaggi, e quelle fossero le percentuali anche di un voto nazionale, un ipotetico governo di centrodestra sarebbe a guida leghista?
«Ho detto l'anno scorso, e lo ripeto ora, che sono pronto a rispettare, in un governo di centro-destra, la regola secondo la quale il premier viene indicato dal maggiore partito della coalizione».
E come pensa di poterlo condizionare?
«Non si tratta di condizionarlo: Forza Italia rimane l'anima e la colonna portante del centro-destra, l'unica portatrice coerente delle idee liberali e dei valori cristiani che sono l'essenza di un centro-destra di governo».
Meloni dice che la spaventa il fatto che lei abbia citato Draghi come possibile premier. Ma l'Italia ha bisogno di politici o di tecnici?
«L'Italia ha bisogno di leader competenti e scelti dal popolo. Non ho mai indicato Mario Draghi come presidente del consiglio, ma, qualunque persona seria auspicherebbe che Draghi fosse parte del governo del nostro paese. Un governo politico di centro-destra, non certo un governo tecnico».
Se Salvini dopo le Europee non romperà con il M5s, sarà definitivamente compromessa l'ipotesi di ricostruzione del centrodestra come lo immagina lei? Fino a quando lo aspetterà?
«Il problema non sono io, è fino a quando lo aspetteranno i suoi elettori. Se la Lega continuerà a tenere in vita un governo che aumenta le tasse, fa calare l'occupazione, blocca le grandi opere, aumenta la burocrazia, indebita ancora di più l'Italia, viola i diritti in materia di giustizia, non capisco come possa pensare che gli elettori di centro-destra continuino a dargli fiducia».
Un nuovo governo di centrodestra eliminerebbe il reddito di cittadinanza?
«Per la verità lo stanno eliminando gli italiani: molti dei possibili beneficiari si stanno accorgendo che è una presa in giro, tanto è vero che sono in parecchi a rinunciare. Noi daremo risposte serie, a cominciare dall'aumento delle pensioni minime a 1000 euro a tutti, anche alle casalinghe, per arrivare ai provvedimenti per dare un lavoro vero ai giovani: aboliremo per diversi anni ogni tassazione e contributo a carico alle aziende che assumono, finanziando la spesa con i Fondi Europei attualmente male utilizzati».
Qual è il primo provvedimento che FI presenterà nella nuova assemblea Ue?
«La nostra priorità è una politica estera e di difesa comune, per consentire all'Europa di svolgere un ruolo nel mondo alla pari con i nostri alleati americani, con la Russia, con la Cina comunista che oggi rappresenta un pericolo economico e politico molto concreto».
L'autonomia regionale non solo è stata votata dalla stragrande maggioranza di veneti e lombardi, ma ha anche passato il vaglio di costituzionalisti e Consulta. Vuol dire che sono tutti secessionisti?
«Tutt'altro, anzi l'autonomia rafforza l'unità del paese. Il fatto che le regioni più virtuose abbiamo più autonomia è un'opportunità per tutti. Se corre la locomotiva corrono tutti i vagoni. Quello che trovo gravissimo è che l'autonomia, così fortemente voluta del centro-destra, sia bloccata dal governo nazionale. Non credo si possa abusare in questo modo della pazienza di Veneti e Lombardi, e non credo che la Lega possa continuare a far parte di un governo che quest'autonomia la nega a parole e nei fatti».
Ma anche molti esponenti di FI sono pronti a ostacolarla in aula. Perché?
«In Forza Italia ovviamente ci sono sensibilità diverse, come è naturale in un grande partito liberale, ma il federalismo è nella nostra storia e nel nostro patrimonio comune di valori. Si tratta piuttosto di estendere ad altre regioni gli stessi diritti e le stesse prerogative che chiedono il Veneto e la Lombardia».
Che cosa c'è di comunista nei 5 stelle?
«Faccio prima a dirle cosa non c'è: la competenza e il senso dello Stato, che non mancavano nel vecchio PCI. Per il resto hanno tutte le peggiori caratteristiche della sinistra: sono contro il mercato, contro lo sviluppo, contro l'impresa, sono statalisti e assistenzialisti, parlano nel 21° secolo di nazionalizzazioni, sono ferocemente giustizialisti. Insomma, comunisti incapaci, e quindi ancora più pericolosi».
La politica di contrasto all'immigrazione clandestina ha funzionato a metà: gli ingressi sono ai minimi termini, ma continuano a esserci centinaia di migliaia di clandestini. Perché nessun governo è mai riuscito ad attuare politiche di rimpatrio credibili? Che cosa si dovrebbe fare?
«È un tema sul quale sarebbe fondamentale il ruolo dell'Europa. Quello che non si può fare è ignorare il problema, o fare finta di ridimensionarlo. È ridicolo avere affermato un anno fa che gli irregolari erano 600.000 ed oggi dire che sono 90.000, senza averne rimpatriato praticamente nessuno. Chi fa della sicurezza una bandiera non può comportarsi in questo modo».
È corretto che un procuratore della Repubblica stabilisca se e quando migranti clandestini possono sbarcare sul suolo italiano?
«No, sono responsabilità che spettano alla politica. La magistratura sbaglia sempre quando vuole sostituirsi alla politica. Per questo Forza Italia si è opposta qualche mese fa all'autorizzazione a procedere contro Salvini. Questo non significa che la sua politica sull'immigrazione sia ineccepibile: il nostro governo aveva azzerato gli sbarchi senza ricorrere a gesti così clamorosi e senza creare casi umanitari».
Non siamo di fronte a una nuova tangentopoli: ma perché FI non è stata in grado di generare gli anticorpi per evitare situazioni come quelle emerse in Lombardia negli ultimi tempi?
«Prima di fare qualsiasi valutazione, aspettiamo i processi. Si tratta di piccole vicende locali, che riguardano figure che conoscevo solo di vista e che sono state immediatamente sospese da ogni incarico in Forza Italia. Se anche avessero delle colpe è tutto da dimostrare ed è strano che la magistratura se ne accorga proprio pochi giorni prima delle elezioni sarebbero un'eccezione fra le migliaia di amministratori locali, di dirigenti, di quadri capaci e onesti di Forza Italia che ogni giorno lavorano per la collettività».
Da qualche tempo sembra che lei abbia ridotto le sue critiche alla magistratura. A che cosa è dovuto?
«Guardi che io non ho mai criticato la magistratura, intesa come ordinamento dello Stato. Al contrario, ha tutto il mio rispetto ed anzi ammiro i tanti magistrati che svolgono il proprio compito con onestà, sobrietà e discrezione. Quelli che ho criticato sono alcuni singoli magistrati, in alcune Procure della Repubblica, che per pregiudizio ideologico o per desiderio di notorietà hanno utilizzato lo strumento giudiziario per un fine politico, per perseguitare me, i miei familiari, i miei amici personali e politici».
Ario Gervasutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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