Si tratta su commissari gare e cantieri bloccati

Giovedì 2 Luglio 2020
I NODI
ROMA Lo spirito del provvedimento è deciso: la stretta sugli appalti serve ad accelerare le opere pubbliche saltando la gara per gli importi fino a cinque milioni e prevedono una serie di deroghe anche alla normative ambientali e a quelle dei certificati anti-mafia. Ma ci sono ancora alcuni nodi cruciali da sciogliere finiti ieri al centro di un complesso negoziato. La ministra De Micheli, secondo alcune ricostruzioni, ha guidato un tavolo di mediazione sostanzialmente su quattro punti: il nuovo modello commissariale per le opere, l'utilizzo della procedura negoziata, e quindi senza gara d'appalto, la possibile stretta sul Durc (Documento unico di regolarità contributiva) che si presenta in genere prima della gara, e soluzioni per i cantieri bloccati dai fallimenti. Mentre sullo sfondo rimando i ritocchi sull'abuso d'ufficio.
Nel dettaglio, per gli appalti vengono previste due modalità di affidamento fino alla soglia Ue: diretto per importi fino a 150 mila euro (oggi il limite è a 40 mila) e affidamento con procedura negoziata (ovvero a trattativa privata) senza bando con consultazione di almeno 5 operatori per importi fino a 5,35 milioni. La mediazione condotta da De Micheli tende sì a promuovere la procedura negoziata, purché si faccia con gara, magari semplificata. Un meccanismo che garantirebbe competitività e trasparenza senza compromettere l'accelerazione. Ma anche il modello Genova dei commissari senza gara non convince tutti. Un compromesso può essere il modello commissariale della Napoli-Bari, capace di tagliare pareri e autorizzazioni salvando però la procedura di gara.
R. Amo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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