Sì del Regno Unito alla pillola che dimezza morti e ricoveri Ema apre all'uso d'emergenza

Venerdì 5 Novembre 2021
IL FOCUS
ROMA C'è finalmente un primo via libera all'uso di una pillola per combattere il Covid 19. L'Agenzia del farmaco britannica (Mhra) infatti, ieri ha autorizzato l'utilizzo del Molnupiravir per il trattamento della malattia - in forme lievi o moderate - negli adulti positivi che presentano almeno un fattore di rischio per lo sviluppo di malattia grave. Cioè pazienti che, ad esempio, siano obesi, cardiopatici, diabetici o in genere che abbiano un'età superiore ai 60 anni.
Un grande passo avanti nella lotta alla pandemia annunciato con un comunicato congiunto dai due colossi statunitensi che hanno sviluppato il farmaco: la Merck (nota come Msd al di fuori di Usa e Canada) e Ridgeback Biotherapeutics.
Presto però per esultare appieno. Il farmaco Molnupiravir (o Lagevrio, il nome con cui sarà commercializzato nel Regno Unito) è infatti ancora al vaglio degli altri enti regolatori internazionali, fra cui l'americana Fda e l'europea Ema. Tuttavia le rolling review sono entrambe in corso su test clinici assolutamente incoraggianti. La pillola infatti avrebbe dimezzato il rischio di ricovero in ospedale o di decesso per le adulti non vaccinati colpiti dal Covid (in forma lieve o moderata appunto) e con almeno un fattore di rischio associato. In altri termini, come già appurato dalle autorità inglesi, il farmaco se somministrato alla dose di 800 milligrammi e per 2 volte al giorno è in grado di impedire la replicazione del virus e quindi di finire in terapia intensiva (piuttosto che morire) a un paziente su due.
«Come terapia orale - sottolinea Dean Y. Li, vicepresidente esecutivo e presidente di Merck Research Laboratories - Molnupiravir offre un'importante opportunità aggiuntiva ai vaccini e ai medicinali impiegati finora per contrastare la pandemia di Covid-19». Non è un caso se ieri Marco Cavaleri, responsabile vaccini dell'Agenzia europea del farmaco ha dichiarato che anche se i tempi per l'approvazione «non sono prevedibili», l'Ema è pronta «a dare assistenza agli Stati che vogliano dare il via libera all'uso di emergenza prima dell'autorizzazione Ue».
Così come non lo è che il governo Usa si è già impegnato ad acquistarne 1,7 miliardi di dosi per 1,2 miliardi di dollari e che le aziende abbiano già annunciato che differenzieranno i prezzi per avvantaggiare gli Stati con meno risorse . La pillola infatti, ha dalla sua una estrema facilità di trasporto e conservazione se paragonata ai medicinali che devono essere somministrati tramite trasfusione, e potrebbe quindi raggiungere facilmente le aree più remote.
IL VACCINO
Al netto dell'ottima notizia è però bene precisare che con il medicinale antivirale della Merck siamo di fronte ad una cura e non ad una profilassi. In altri termini la nostra migliore arma per sconfiggere Sars-Cov2 rimangono i vaccini, che prevengono l'infezione e bloccano la diffusione del virus assieme alle misure ormai note come mascherine, distanziamento e controllo e isolamento degli infetti.
D'altro canto le due soluzioni hanno anche costi differenti. A fare «due conti» è Antonella Viola, immunologa dell'università di Padova. «Il ciclo completo dell'antivirale della Merck è di circa 600 euro (e riduce le ospedalizzazioni del 50%) - ha spiegato sui social - Il costo di una singola dose di anticorpi monoclonali si aggira intorno ai 2.000 euro; il costo giornaliero di un paziente ricoverato in terapia intensiva varia da 1.500 a 4.500 euro. Due dosi di vaccino mRna costano circa 40 euro (e riducono il rischio di ospedalizzazione oltre il 90%). E ho detto tutto...».
Francesco Malfetano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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