«Sì all'autonomia e a Zaia candidato Conte? Non dura»

Venerdì 13 Dicembre 2019
Selfie in riva degli Schiavoni, schiena alla laguna. «Ocio ae sardine...», scherza un sostenitore. «E che, so' carnivore?», sorride Giorgia Meloni. La presidente di Fdi sceglie il popolare sestiere di Castello per la sua visita alla Venezia che torna a vedere l'acqua alta a un mese dall'Aqua Granda, una mini-passeggiata sotto la pioggia fra i bar e i negozi rimasti danneggiati, accompagnata dal collega deputato Luca De Carlo, dal consigliere regionale Massimo Giorgetti e dal dirigente nazionale Raffaele Speranzon. «Tutti gli altri politici erano andati a San Marco, ma noi di Fratelli d'Italia siamo così: un albero piantato per terra, che vuole dare risposte ai problemi della quotidianità, dopodiché dove arriveremo lo decideranno gli italiani e anche i veneti».
Regionali 2020, appunto: come le vede?
«Centrodestra compatto, qui come in tutto il territorio nazionale. Sono molto ottimista sui risultati, anche per Fdi e anche in Veneto, una regione importante su cui abbiamo investito molto. Siamo già in campagna elettorale perché siamo partiti con grande anticipo. Penso che non ci sarà grande suspense».
Luca Zaia ricandidato alla presidenza, dunque?
«Beh sì, chiaro, è un governatore uscente...».
Ufficialmente non ha ancora sciolto le riserve, però.
«Ma io lo do per scontato. È un governatore che ha ben lavorato. In un'ottica di centrodestra unito, su cui abbiamo cominciato a ragionare la settimana scorsa, non ci sarebbe da parte nostra ragione di discuterlo».
Quindi proporrete il bis anche per il sindaco Luigi Brugnaro?
« Lo vedremo quando apriremo il tavolo nazionale anche sulle amministrative. Come si sa Brugnaro è un candidato, diciamo così, di Forza Italia».
Qual è la vostra posizione sull'autonomia differenziata?
«Non c'è distonia fra livello locale e nazionale. Noi siamo favorevoli a nuovi percorsi di autonomia e a una riforma ampia delle nostre istituzioni nazionali. Pensiamo che a uno Stato forte debbono corrispondere maggiori autonomie anche a livello regionale. So che il Governo ha preparato una bozza di legge-quadro, siamo disponibili a leggerla e a lavorare su proposte condivisibili e serie».
Durerà questo esecutivo?
«No, perché i personalismi sono troppo accentuati. Da una parte c'è la paura di andare a votare, ma dall'altra il bisogno continuo di dire la propria logorerà il Governo al punto tale che non potrà andare avanti. Sono molto ottimista sul fatto che nella prossima primavera gli italiani avranno finalmente la possibilità di scegliersene un altro».
Perché critica la manovra?
«È una dichiarazione di guerra contro chi lavora e produce, fa di tutto per mettere i bastoni tra le ruote alle imprese, aumenta la tasse per pagare il reddito di cittadinanza agli ex brigatisti e agli spacciatori. L'unico modo per sconfiggere la povertà è garantire lavoro e l'unico modo per garantire lavoro è aiutare le imprese. La plastic tax, la sugar tax e tutte le tasse che stiamo vedendo sono semplicemente un modo per far quadrare i conti perché si spendono quasi dieci miliardi in marchette elettorali. Noi avremmo fatto una manovra opposta, in cui i soldi si spendono per investimenti e infrastrutture, le tasse si abbassano e la burocrazia si taglia».
Cosa pensa del Mes? Il pentastellato Luigi Di Maio afferma che «in Parlamento lo ha votato Berlusconi con la Meloni».
«È una fregatura. E dirlo non è da terroristi come ci accusano: semmai è firmarlo che è rischioso per l'Italia. Davvero non capisco le ragioni per cui il governo Conte abbia deciso di sottoscrivere un accordo così svantaggioso per l'Italia. A meno che non abbia ottenuto qualcosa, in termini di garanzie personali per il presidente del Consiglio e per il Governo stesso, da parte di un'Europa che ormai ci considera colonia. Devo registrare l'ennesimo voltafaccia del Movimento 5 Stelle, che aveva nel proprio programma la liquidazione del Mes e che oggi mette attorno al collo dell'Italia un cappio enorme».
Venezia si salverà col Mose?
«Soluzione giusta o no, penso che il Mose vada completato, per quello che è costato e per i lavori che sono stati fatti. Ma va sostenuta anche la venezianità. Fondamentale sarà la Zona economica speciale per cui ci siamo battuti, così come ci impegneremo sulla legge speciale per Venezia. La città si sta risollevando con forza e dignità. Agli italiani, e ai turisti da oltre confine, dico che Natale è il periodo migliore per visitarla».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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